D’angelo and The Vanguard – Black Messiah

Uno dei miei libri preferiti di sempre inizia in un modo unico, originalissimo, addirittura nelle note di stampa. L’autore è un geniaccio americano, uno di quelli dal talento smisurato. Uno di quelli che riesce sempre a non prendersi sul serio come solo gli americani sanno fare. Parte con una dichiarazione diretta verso i suoi lettori, dice: “in una scala da 0 a 10 dove 0 significa completamente omosessuale e 10 significa completamente eterosessuale, io mi posiziono al numero 7”.

L’autore è Dave Eggers, un uomo per cui ho una stima sconfinata. Un po’ come per il D’angelo di Voodoo, quello del video di How Does It Feel. Già, il video che guardavo la notte, su Brand:New, di nascosto, perché avevo paura che mia mamma potesse pensare che in quella scala da 1 a 10 mi potessi posizionare al numero 1, dato che per 4 minuti di video, si vedono gli addominali di D’angelo.

Ma in verità, la cosa che tuttora mi imbarazza, è la qualità di quel pezzo senza tempo, quella voce soul senza limiti, quella sensualità che solo un’artista meraviglioso riesce ad esprimere. Qualcosa che contestualizzata, raggiunge vette che solo Sam Cooke aveva raggiunto.

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TristeRoma – Top10 2014

Dopo i nostri amici e le loro top 5, dopo #TristeLondra e la sua top 10 (che  conferma, proprio dove immaginavo, differenze e punti di incontro nel nostro 2014 musicale), è arrivato anche il mio momento. E non sono pronto.

Non sono pronto perchè a differenza dello scorso anno non ho una classifica di cui sono convinto senza se e senza ma. Non sono pronto perchè ieri sera sono tornato alle 5 del mattino (che poi sono sette orette fa) da Firenze proprio assieme a #TristeLondra e ho ancora in testa (e in bocca) la gioia di aver mangiato il peposo (e sono rintronato perchè ieri sono stato più in viaggio che fisso in un posto).

Non sono pronto. Ma alla fine devo scegliere e questa decina di dischi riesco a tirarla fuori.

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Anna Calvi @St.John in Hackney – 13/12/2014

SPOILER: il resto della review sará in inglese. If you are English do not care or otherwise use Google translate here if you are really keen to know what I’ve just said. Ah-Ah

December is a great time for a change. I may leave London in the future, it’s a weird feeling, such as the one I am having now: it’s 8pm, I am in Hackney Downs,  10 mins walk away from a special venue called St.John in Hackney.

Have you ever heard about St. John in Clerkenwell? The best restaurant in London at the heart of one of my favourite London neighbourhoods. It is supposedly the Italian neighborhood. You can easily guess it as you see one of the most famous shop on Clerkenwell Road: Terroni of Clerkenwell. They do a pretty good coffee here. (Disclaimer: I am not getting a penny for saying that).

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Cloud Castle Lake – Dandelion – EP

Sono le 8.16 di Venerdi mattina. Il momento perfetto per decidere cosa fare stasera: andare a teatro a vedere Dan Clark, andare a quell’evento elettro-benefico di Bethnal Green, andare a bere le birre coi colleghi a Shoreditch.

Soprattutto sarebbe il momento giusto per realizzare che in 14 minuti dovrei uscire di casa e sono ancora davanti allo schermo del mio computer a scrivere. Lo chiamerei bisogno esistenziale se fossi un po’ piu paraculo, in realtà sono una semplice vittima del mio entusiasmo. Quello che mi porterà a scegliere stasera una delle tre opzioni disponibili, in base a quanto mi esalterò all’idea di fare una delle tre; quello che mi sta facendo ritardare al lavoro perché non riesco a smettere il repeat di Sync, il primo singolo dei Cloud Castle Lake. Sono le 8.22.

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Jeff Tweedy @London Palladium – 04-11-2014

Jeff Tweedy è come l’orizzonte, un oggetto lontano, irraggiungibile, ma non solo. È un pensiero astratto. I’ve heard you say: dreams don’t matter. Beh, caro Jeff, te lo dico io se i sogni non contano.

Il mio primo sogno si avverò quando andai a vedere dal vivo gli Smashing Pumpkins a Bologna. Ero un pischello, era il 2000. Mi ricordo ancora benissimo tre cose: il giorno in cui andai da mio babbo dicendogli che io sarei andato al concerto, che lo volesse o no; il momento in cui sulla prima nota di Bullet With Butterfly Wings ci guardammo negli occhi io e il mio migliore amico con preoccupazione, dato che in un centesimo di secondo si sarebbe scatenato il pogo estremo; le mie giornate passate ad ascoltare tutte le parole di Billy Corgan. Imparai l’inglese mosso dal desiderio di capire cosa dicesse in quelle canzoni.

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