E’ un periodo in cui corro troppo. Non letteralmente (magari, così perderei un po’ di peso…), ma mentalmente. Corro dietro mille idee e mille impegni. Corro dietro il lavoro, corro dietro le cose che dovrebbero essere un hobby. Faccio le cose male e mi godo poco o nulla.
A volte è meglio fermarsi un attimo. Fare un respiro profondo. E ripartire. Con le idee più chiare. La musica, come sempre, è compagna anche di questi momenti. Avevo bisogno di semplicità e profondità. Eccovi il nuovo EP dei Buriers: Four Songs che arrivano proprio al momento giusto.
Questo EP parte da lontano. Dall’Inghilterra, certo, ma non solo. Perchè le quattro canzoni che lo compongono sono state registrate in Texas con la collaborazione (e produzione) del nostro amato Micah P. Hinson.
Le strade di questi artisti si incontrano quando Micah rimane impressionato dal primo album della band inglese, Filth (2012), e li invita a seguirlo nel suo tour oltremanica. La condivisione del palco si ripeterà successivamente, aumentando l’affiatamento e concludenso con l’invito negli States e la collaborazione in questo ottimo EP.
Quattro canzoni. Quattro gemme di folk che mescolano i tratti tipici deila band di James P Honey (poeta con un passato rap, evidente soprattutto negli “spoken words” di Filth) e Jamie Romain, con il tocco scarno e profondo del cantautore texano.
Introdotto dall’ottima Peckham Rye (di cui è stato realizzato un video), l’EP ci accompagna per mano, delicatamente e al tempo stesso con intensità, regalandoci quindici minuti di grande qualità. Tra le altre, mi piace sottolineare la splendida Retreating Tide, con la sua linea di violoncello, malinconica e toccante, da lacrime agli occhi.
Un EP che mette insieme le qualità di grandi musicisti. Un EP che arriva al momento giusto e mi permette, finalmente, di prendermi un momento per fermarmi. E respirare.