Gruff Rhys @KOKO 12/02/2015

This song is based on a true story which would be fine if it wasn’t autobiographical.

La mia canzone preferita dei Super Furry Animals parte cosi, lasciando spazio ad una delle interpretazioni migliori del concetto di “affrontare i problemi in modo maturo”. Fra l’altro il video è stato girato da Richard Ayoade, un regista che stimo a dismisura dai tempi di Submarine. Si, quello con la colonna sonora più bella dell’ultimo decennio.

Gruff Rhys è una persona che raramente si e’ presa sul serio, a partire dal nome che diede al primo progetto della sua carriera: gli Animali Super Pelosi. Una band che ha sempre fatto di testi sghembi, armonie inusuali e interpretazioni personalissime il proprio marchio di fabbrica. Ed è per questo che ieri sera non mi aspettavo un concerto normale, prevedibile.

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E così è stato, un concerto di 2 ore e mezza, si avete letto bene, 150 minuti di intrattenimento a tutto tondo. Come quando Gruff risponde a chi gli urla di fare canzoni dei SFA con un perentorio: ” you got the wrong ticket then”.

Lo show ruota attorno alla vita di John Evans aka Don Juan Evans aka Jean Evans, un esploratore gallese che intraprese un lungo viaggio in America alla ricerca di una tribù di indiani che secondo alcuni “studiosi” avrebbe avuto discendenze gallesi. Qua un interessante scritto in inglese in cui la storia viene spiegata nello specifico.

Insomma un eroe surreale, riportato in vita dal pupazzo di John Evans che appare on stage dopo un paio di canzoni fra il delirio della folla. Gruff è uno showman eccezionale, porta con se diversi cartelloni con cui stimola e suggerisce le reazioni del pubblico.

Le canzoni volano veloci e l’affiatamento della band, il locale e il coinvolgimento del pubblico rende tutto ancora più bello. Quando dopo un’ora e 45 decidono di salutare tutti salvo poi rientrare per un encore di altri 45 minuti che regala la buonanotte a tutti.

Alla fine di tutto mi rendo conto che ho appena assistito ad uno dei concerti più divertenti che abbia mai visto: puro intrattenimento di qualità. Mi viene da pensare che bisognerebbe prendere tutto meno seriamente, come disse Nick Hornby: “una volta ho lasciato un concerto dei Led Zeppelin nel bel mezzo della set-list, avevano iniziato a suonare solo per loro e non mi andava più di stare li. Vi do un consiglio, quando vi state annoiando ad un concerto, andate via”.

Come direbbe Gruff Rhys, Run Away. Ma ai suoi concerti non lo farete mai.

Un pensiero su “Gruff Rhys @KOKO 12/02/2015

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