Angel Olsen – My Woman

angel-olsen-my-womanYou’ll never be mine.

Chissà quante volte lo abbiamo pensato. Io di sicuro l’ho provato quando con il suo fare sfuggente Angel Olsen è passata sul palco dell’Electric Balroom di Camden. Ho amato talmente tanto Burn Your Fire for No Witness che mi fece male, trovarmi sedotto e abbandonato.

Fu fin troppo facile parlare male di quell’esperienza di 40 minuti o poco più. Ci andai con il mio compagno di concerti a Londra. Si chiama Mathieu, uno di quei parigini che ti fanno ricredere dell’arroganza che si attribuisce ai natii dell’Ile de France. Interessato a tutto, dal cinema alla musica, e con il quale ci siamo scambiati tanti favori musicali: io lo portai da EELS alla Royal Albert Hall lui da Gruff Rhys al Koko di Camden.

Per Angel Olsen andò diversamente.

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Gruff Rhys @KOKO 12/02/2015

This song is based on a true story which would be fine if it wasn’t autobiographical.

La mia canzone preferita dei Super Furry Animals parte cosi, lasciando spazio ad una delle interpretazioni migliori del concetto di “affrontare i problemi in modo maturo”. Fra l’altro il video è stato girato da Richard Ayoade, un regista che stimo a dismisura dai tempi di Submarine. Si, quello con la colonna sonora più bella dell’ultimo decennio.

Gruff Rhys è una persona che raramente si e’ presa sul serio, a partire dal nome che diede al primo progetto della sua carriera: gli Animali Super Pelosi. Una band che ha sempre fatto di testi sghembi, armonie inusuali e interpretazioni personalissime il proprio marchio di fabbrica. Ed è per questo che ieri sera non mi aspettavo un concerto normale, prevedibile.

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