Ogni anno, quando arriva l’estate, non vedo l’ora di scappare da Roma. Perchè a Roma non c’è il mare (il primo che nomina Ostia e dintorni si becca un insulto), perchè a Roma fa caldo. E la mia piccola cittadina sulla costa a cavallo tra Toscana e Liguria e ai piedi delle Apuane, almeno nella bella stagione, un po’ la rimpiango.
Però d’estate a Roma non c’è solo il caldo e l’aria condizionata sparata sotto zero dagli autisti ATAC. A Roma ci sono un sacco di bei posti che magari hanno del bel verde e uno specchio d’acqua da guardare. Ma soprattutto, nella Capitale, anche a Luglio ci sono dei gran bei concerti.
Sulle sponde del laghetto di Villa Ada, nella bellissima cornice di Roma Incontra il Mondo, arriva Josè Gonzalez. E per una sera sono contento anche se non sono al mare.
Con i suoi tre dischi all’attivo, il musicista svedese (di genitori argentini) è in Italia per il tour del suo ultimo lavoro in studio. Vestiges & Claws, uscito a Febbraio 2015, è il ritorno dell’artista dopo 8 anni di silezio (in verità rotto dai lavori col progetto Junip).
Una pausa che ha permesso a Gonzalez di modificare il proprio stile: dai suoni minimali dei primi dischi, il cantautore svedese trova atmosfere più complesse ed orchestrali, pur conservando le caratteristiche di un songwriting intimistico e personale.
Tutto questo si manifesta sul palco di Villa Ada, dove di fronte ad un folto pubblico Josè in una oretta e mezzo di grande musica riesce a fare un piccolo sunto del suo sviluppo artistico.
Dopo due brani in solitaria, chitarra e (splendida) voce, viene raggiunto sul palco dalla band composta dai 4 musicisti che accompagnano con ritmo e colore le nuove sonorità di Vestiges & Claws e rivisitano i “classici”.
Mi piace sottolineare come alle tastiere (e non solo) fosse presente un bravissimo artista di cui vi avevamo già parlato tempo fa in una nostra recensione: James Mathè, aka Barbarossa, che canterà anche un proprio pezzo durante il live.
Se canzoni come Heartbeats, dal primo (bellissimo) disco Veneer, emozionano dai primi accordi, uguale effetto hanno pezzi nuovi come la splendida Every Age o l’ottima rivisitazione di un classico contemporaneo quale Teardrop dei Massive Attack. La serata scivola piacevolmente sulle note dei pezzi di Gonzalez e il pubblico sempre di più si alza dalle sedie per avvicinarsi al palco e mostrare tutto il proprio calore a questo bravissimo artista.
Non che ci sia bisogno di calore nel luglio romano. Ma serate così ripagano di tutto il caldo patito durante la giornata, allontanando (solo per un po’) il pensiero di qualche caletta del levante ligure.