Che l’estate sia finita non vi è alcun dubbio, anche qui in Sicilia, dove generalmente possiamo godere di giorni perlopiù assolati e stare intere giornate a gironzolare senza tenere in mano un ombrello fino a che il calendario non sia arrivato al capolinea.
Invece eccolo qui, quel freddo gelido che ti costringe ad assumere una postura che non giova alle spalle e che ti impone sempre più di stare in casa.
In più, oggi, piove a dirotto.
Stare in casa però, delle volte, può essere ricreativo. Puoi chiamare i tuoi amici, organizzare delle cene e a fine pasto tirar fuori quei giochi che diventano inutili se non puoi farli in compagnia.
Oppure puoi startene a bivaccare sul tuo caro amico divano, che in questo periodo dell’anno sempre più assomiglia a te per via della sagoma che il tuo corpo lascia su di esso, e cercare qualcosa di nuovo da ascoltare.
Loro sono i Pavo Pavo, un quintetto pop-rock-sperimentale newyorkese, formatosi nelle aule di Yale dove tutti studiavano musica. Con la formazione professionale di cui sono forniti, e con le partecipazioni di alcuni membri della band a lavori di John Zorn, non potevano che esordire con un album di un certo spessore.
Young Narrator in the Breakers è il titolo del loro debut, uscito a Novembre 2016 per l’etichetta Bella Union. Inclassificabile nel genere, è inondato di influenze, come a rispecchiare la personalità di ognuno dei componenti.
Riferimenti importanti per riuscire a catalogarli ce ne sono a iosa: potrebbero essere i Flaming Lips per la moltitudine di synth che rimandano un po’ a quelle sonorità etere e sognanti; niente di meno potreste anche sentirci la psichedelia di Syd Barrett o addirittura le ballate pseudo surf-rock dei Beach Boys.
Insomma, niente da fare, bisognerà aggiungere un altro cartellino alla vostra collezione di dischi, per un lavoro che non ha nè tempo nè luogo, adatto a tutte le orecchie.
Anche a quelle che in barba al freddo fanno una corsa nei giordini pubblici, auricolari-munite, e decidono di sfidare questo gelido inverno.