Sóley – Endless Summer

Peppe Trotta per TRISTE©

L’irresistibile fascino dell’inconscio.

Non so se esista qualcuno in grado di non lasciarsi incuriosire da tutti quei processi permeati da gradi diversi di involontarietà che conducono ad improvvise e inattese prese di coscienza capaci di indirizzare le nostre scelte, sia quelle inerenti semplici e fugaci momenti della nostra vita quotidiana che quelle determinanti vere e proprie svolte (non leggevo una frase così complessa dai tempi di Heidegger, nota di Vieri).

Sono attimi speciali della cui origine poco riusciamo a capire, ma sprigionano una forza a cui spesso ci si riesce arrende.

È da una di queste folgorazioni, avuta nel cuore della notte, che nasce l’idea alla base del nuovo disco di Sóley. A raccontarlo è la stessa cantautrice islandese nelle note che accompagnano il lavoro, in cui scrive di essersi svegliata all’improvviso e aver buttato giù un appunto diretto a se stessa,“write about hope and spring”.

A distanza di un anno da quell’episodio viene adesso pubblicato Endless Summer. C’è una luce differente che permea le otto canzoni, un insieme di sfumature che regalano un calore ed un’intensità differenti al folk sempre venato di toni fiabeschi della Stefánsdóttir.

Viene rischiarata la penombra che aleggiava tra le pieghe del precedente Ask The Deep e a tratti il tono diviene quasi giocoso definendo brillanti trame dall’incedere trascinante (Úa, Grow). Ma non ci troviamo di fronte ad un cambio di rotta perentorio, addentrandoci tra le parole e seguendo le melodie sempre meno scarne e più curate negli arrangiamenti sentiamo emergere un sapore agrodolce che fluisce sinuoso (Sing Wood To Silence, Before Falling).

La speranza è il mezzo per abbandonare le ombre, “Stay for a while/ Lead me away from the night/ I’ll make you happy” canta con forza in Never Cry Moon, ma rimane sempre un senso profondo della finitezza dell’esistenza, “We grow and then we die” ripete ossessivamente in Grow.

È un sole algido e surreale quello che illumina l’estate infinita desiderata da Soley, fonte persistente che dirada l’oscurità senza riuscire a cancellarla pienamente.

E molto probabilmente la cosa non mi dispiace affatto.

Un pensiero su “Sóley – Endless Summer

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