C.: “Bonjour, nous voyons quel niveau de français est, me décrit sa journée et les choses qu’elle aime”.
G.: ”Bonjour, je m’appelle Giulia, j’ai 26 ans et je suis italienne. Je me lève à 6h15 de la matin, je fais le lit, je prendre une douche et après je prendre la petit déjeuner, mais surtout il faut un bon expresso!”
Che il caffè per me sia una bevanda paragonabile alla rinascita (più mentale che fisica), di questo non vi erano dubbi.
Questa bevanda calda dal colore dell’ebano è un po’ paragonabile alla resurrezione da una giornata grigia senza musica, dove tutto sembra statico e incolore, ed è proprio sorseggiando il primo caffè del Sabato mattina, che ho la carica per scrivere una nuova recensione.
Che beviate il caffè o no, poco importa. Ma se non conoscete i Grizzly Bear, beh allora sarete destinati a vagare nel girone dei peccatori senza remissioni. Ed Droste, Daniel Rossen, Christopher Taylor e Christopher Bear nell’Agosto scorso ritornano in scena dopo cinque anni dal loro ultimo lavoro, Shields (piccola chicca interna: Shields è stata la prima recensione TRISTE©, che potete trovare qui).
E dopo che la band ci ha lavorato sopra per circa due anni, ecco che con qualche giorno di ritardo vi voglio presentare Painted Ruins, il nuovo e quinto disco dei Grizzly Bear.
Painted Ruins è un mèlange di 11 tracce dalle diverse influenze. In questo disco risalta subito la seduzione magnetica ed il fascino nelle tonalità delle tracce, nelle atmosfere (come Aquarian che evoca un clima claustrofobico, degno di uno spettacolo teatrale assurdo e grottesco) e nella composizione dei testi, dove i Grizzly mostrano come affrontare e normalizzare la dicotomia tra catastrofismo ed ottimismo, riuscendo ad accettare la rovina come un fatto ordinario e riorganizzando la propria vita attorno a esso.
Questa release mi da l’impressione di essere un candidato perfetto per uno di quei cortometraggi di animazione in cui l’unico personaggio principale è avvolto da un cupo stato d’animo, che rispecchia lo sfondo plumbeo e uggioso, accompagnato dal quel suo “ciondolare” forzato, verso il poco amato bureau (ufficio), dove per tutta la giornata sarà accompagnato da vicissitudini al limite dell’ironia.
Painted Ruins è più di un comune disco, è una composizione di ritmi accattivanti, (Muorning Sound /Losing All Sense) di sonorità bucoliche (Cut Out) e barocche (Glass Hillside) e un magnifico agglomerato di melodie sperimentali che sfociano nella psichedelia. Concretamente lo ascolti e lo ami.
I Grizzly Bear hanno elaborato qualcosa di stupefacente, capace di trasformare “la catastrophe” quotidiana in una speranza di luce, ed io che di catastrofi me ne intendo più che bene, non faccio altro che accompagnare questo disco con uno dei piccoli piaceri della vita chiamato caffè.
E se fossi in voi non farei altro che farmi trasportare da queste undici tracce senza tempo.
Per quanto riguarda il mio colloquio invece, ho un livello di francese A2.1
G.:” De 8h à 10h du matin je vais à l’école, puis de 11h à 14h30 je travaille, après je rentre chez moi pour détendre, et pour faire du jogging. A’ 18h je retourne au travaille, jusqu’au soir. Et l’endemain matin, je n’attendrai que la ma dose de caféine!”.
C.: ”Ahh Italiens et l’espresso”.
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