Giacomo Mazzilli di TRISTE©.

Stamani su Marsiglia c’era una nube fantozziana. Mi ha sorpreso mentre mi incamminavo verso l’auto e vi assicuro che non è stato il migliore dei risvegli. Soprattutto dato che è Lunedì mattina.

Negli ultimi giorni, ho creato una playlist un po’ atipica, è un mix di Neutral Milk Hotel (omaggio al ventennale di ITAOTS), Orelsan, Anna Burch e soprattutto Dream Wife. Adoro mettere l’enfilade Kids, Taste e Act My Age giusto poco prima di arrivare in ufficio, mi mette di buon umore e dona una spinta inerziale alla mia giornata. Ma oggi è diverso, c’è la pioggia e i ricordi che mi portano alle teiere di Orange Pekoe, nella mia Barnes, ho bisogno di qualcosa di dolce, laid-back che mi faccia apprezzare i pochi momenti piovosi che ho a disposizione in Provenza ( a Marsiglia ci sono in media più di 300 giornate di sole all’anno).

Ecco che arriva una band da Austin a calzare a pennello il mio umore quotidiano: si chiamano Hovvdy ed hanno appena pubblicato il loro secondo LP, Cranberry. In questo mattino uggioso, quello che potrebbe essere un limite dell’opera, diventa la più sacra delle qualità: la costanza. Sembra davvero che l’umore dei brani non cambi mai, in queste ballate leggere, un po’ sfocate, dai suoni lontani e autentici: se dovessi raffigurare l’immagine che ho in mente, si tratterebbe di una foto di famiglia, due ragazzini di 10 anni circa, colori su tinte rosse – direi una foto Polaroid, i bordi un po’ consumati dal tempo.

Mi ricordano un po’ i Film School , un altra band della stessa zona.Li associo alla stessa categoria: la comfort-music, quella da ascoltare ogni qualvolta abbia bisogno di un piano affidabile a cui consegnare le derive introspettive delle mie giornata.

12 canzoni da poter affidare allo shuffle di iTunes senza paura, senza timori. Con lo stesso spirito con cui dobbiamo affrontare le nubi fantozziane che sorpassano ed incrociano il nostro cammino: imparando a ballare nella pioggia.

Facendolo con una musica dolce ed acida al tempo stesso. Just like a Cranberry.