Studio Electrophonique – Buxton Palace Hotel

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Francesco Amoroso per TRISTE©

“I Have Nothing To Say, And I Am Saying It.”
(John Cage)

Mi capita sempre più spesso, mentre ascolto una canzone o un disco che mi colpisce, che mi appassiona, che mi commuove, di rendermi conto di non avere nulla da dire.
Anzi, più la musica mi coinvolge, più un brano provoca in me sensazioni forti, meno riesco a trovare le parole per esprimere tali sentimenti. E, considerato che mi piacerebbe tanto rendere partecipi quante più persone possibili delle mie passioni musicali, la sensazione è davvero frustrante.

Tuttavia continuo imperterrito a scrivere di musica perché, come dice una divertente vignetta che gira in internet, se non hai nulla da dire dovresti scrivere (su) un blog.

Mi rendo conto che è vero: non ho più niente da dire sulla musica che mi fa emozionare, che mi esalta, che mi porta fino alle lacrime. E’ già stato detto tutto e, comunque, non importava molto. A nessuno.
E poi altri lo hanno già fatto e lo stanno già facendo. Meglio.
Probabilmente dovrei davvero smettere.

Non ho davvero nulla da dire, per esempio, su Studio Electrophonique, il nuovo progetto musicale di James Leesley, già membro degli High Hazels, che è da pochi giorni uscito con “Buxton Palace Hotel” un eLp (un incrocio tra Ep e Lp, a quanto pare) per l’etichetta di Liverpool Violette (nata qualche tempo fa per dare una casa alle nuove composizioni del mio amatissimo Michael Head).

James, invece, ha tante cose da dire e ha deciso di farlo nel modo più semplice, puro e immediato possibile: per un po’ di tempo è andato a tarda notte nel suo studio casalingo, a Sheffield, per annotare le sue idee su un essenziale registratore a quattro piste.

Dice di scrivere canzoni puramente per l’amore di adattare le parole alle melodie e le melodie agli accordi, e forse è sincero, eppure ho l’impressione che i suoi brani nascano da un’urgenza più profonda: quella di comunicare, di farsi ascoltare senza urlare, di entrare in contatto con gli altri, di essere visto senza dover necessariamente indossare abiti sgargianti.
Le sue canzoni suonano, così, innocenti e schive, melodiche e cullanti, quasi come se i Velvet Underground avessero preso camomilla o, al massimo, un tè con il latte, invece di sostanze stupefacenti.

James racconta anche di aver cantato con un tono gentile e misurato in modo da non disturbare il bambino appena nato del vicino. È divertente crederci e, comunque sia, il risultato è uno stile vocale vulnerabile e confidenziale, che sembra parlare ai miei organi interni più importanti senza neanche passare per le orecchie.

Spesso c’è poco più di una chitarra acustica e qualche pianola ad accompagnare, in altre occasioni l’introduzione di una discreta batteria elettronica (You Had Me Hangin On, Buxton Palace Hotel) mi fa tornare in mente le canzoni più belle di F.M. Cornog e del suo progetto East River Pipe (e se non lo conoscete sarebbe ora di rimediare).

Nelle composizioni di James ci sono storie, spesso romantiche, a volte senza speranza, che evocano sentimenti intensi e intimi, racconti che richiedono l’oscurità per essere narrati e ascoltati.
“Jayne”, il brano che apre il disco (e quello con il quale mesi fa è stato presentato il progetto) ne è un esempio folgorante: “Jayne hates all the girls/Says she prefers to be be dead than like them/ Jayne hates all the boys/ gets so annoyed by the way they don’t know what to say/ all the shit that they come out with”. Bastano davvero poche parole (e meno di tre minuti) per tratteggiare un personaggio che difficilmente mi toglierò dalla testa. Da quando l’ho ascoltato per la prima volta è diventato una piccola ossessione.

Quando un album è perfetto? Dipende dall’orecchio di chi ascolta? O dalle circostanze dell’ascolto? O, ancora, dallo stato d’animo dell’ascoltatore? È una domanda difficile.
E io non ho risposte. Non ho niente da dire. Ma l’ho detto.

Ora basta perdere tempo a leggere chi non ha nulla da dire.
Andate ad ascoltare “Buxton Palace Hortel” di Studio Electrophonique. Per fortuna James ha qualcosa da dire. E sa benissimo come farlo.

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