Flowertown – Flowertown

Francesco Amoroso  per TRISTE©

Ci chiediamo spesso se sia giusto o meno concedere una seconda possibilità a chi la prima volta ci ha deluso o non ha soddisfatto a pieno le nostre aspettative.
Spesso queste seconde possibilità diventano solo la seconda occasione (e poi la terza e la quarta…) che diamo alle stesse persone per deluderci ancora, per reiterare comportamenti e azioni che ci avevano ferito già la prima volta e così finiamo per diventare intransigenti e per eliminare le persone (per dirla con una metafora tanto abusata oltreoceano) anche solo dopo il primo strike. Probabilmente è un errore grave.

Ed è ancora più grave se parliamo di ambito musicale: siamo talmente sommersi di novità e abbiamo la possibilità di ascoltare ogni giorno decine di artisti e album nuovi che bastano poche canzoni – a volte anche una sola – che non ci convincono al primo ascolto, per passare oltre e l’idea di concedere a un nuovo lavoro o a una nuova band una seconda possibilità spesso non riusciamo neanche a contemplarla.

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John Myrtle – Myrtle Soup

Francesco Amoroso  per TRISTE©

Il comfort food è qualsiasi alimento abbia qualità consolatorie, nostalgiche o sentimentali. Chi, sottoposto a un forte stress emotivo, al caos, al conflitto, non ha, almeno qualche volta, consumato enormi vaschette di gelato, pacchi di patatine fritte, quintali di pizza, tavolette di cioccolato o intere torte con la panna?
A quanto pare (per fortuna ormai ci sono studi scientifici su ogni argomento), per lo più, il comfort food è quello ricco di energia, ipercalorico, pieno di grassi (magari saturi, per non farci mancare nulla) e di zuccheri.

Tuttavia esistono varie categorie di comfort food e queste variano anche con il variare della situazione e del vissuto di colui che mangia: trovo particolarmente interessante (del resto della madeleine di Proust abbiamo già parlato fino alla nausea) quello che scientificamente viene definito “cibo nostalgico”: si tratta di quegli alimenti che hanno una forte correlazione con la sicurezza dell’infanzia e, naturalmente, ognuno di noi ha i propri.
Nel mio caso (tra i tanti) si tratta della semplice pasta con il sugo, delle scaloppine, del pane “cafone” e della pastina in brodo: quando mangio questi cibi mi sento a casa, mi sento sicuro e rilassato, mi sento amato.

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The Lathums – Live From Sefton Park

Francesco Giordani per TRISTE©

L’estate che ci attende, lo sappiamo, non sarà certo la più ricca di concerti della nostra vita. Qualcosa inizia a muoversi, è vero, sbocciano le prime ottimistiche line-up, qualche temerario cartellone festivaliero si fa largo non senza fatica nelle nostre bacheche Facebook ed è senza dubbio bellissimo poter ricominciare a pensare (e pianificare) il futuro senza paura.

Nell’attesa, anziché indugiare in desolanti – e, dal mio personale punto di vista, sempre più noiosi – concerti in streaming senza spettatori e magari anche a pagamento, possiamo comunque mantenere in esercizio muscoli e ugole in vista di tempi migliori ascoltando qualche album live.

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Pinhdar – Parallel

Peppe Trotta per TRISTE©

Ho sempre trovato interessante mettere in sequenza dischi totalmente differenti, alternare sonorità ed atmosfere anche diametralmente opposte per mantenere viva l’attenzione ed estrapolare connessioni inattese, a volte forzate.
Sono tanti gli stimoli che sa restituire questa pratica di ascolto trasversale anche se il rischio di innescare pericolosi cortocircuiti è sempre presente. Scarti improvvisi quindi, passaggi privi di coesione logica, veri e propri voli pindarici aurali.

È proprio al poeta greco, alla forza immaginifica delle sue liriche che è dedicata la denominazione scelta dalla  cantante e autrice Cecilia Miradoli e dal musicista e produttore Max Tarenzi dopo l’archiviazione del progetto Nomoredolls.

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The Lounge Society – Silk For The Starving

Francesco Amoroso  per TRISTE©

Ricordate in che periodo Margaret Thatcher è stata primo ministro inglese?
Dal 1979 al 1990. Prima di lei era stato in carica James Callaghan, leader labourista è vero, ma responsabile del famoso inverno del malcontento.
Insomma nell’ultima parte degli anni 70 e fino alla fine dei 90 (dopo la Lady di Ferro, per sette anni è stato in carica il primo ministro John Major) la Gran Bretagna ha attraversato uno dei periodi più difficili e conflittuali della propria storia recente.

Che cosa ha a che fare tutto questo con la musica, argomento di cui, di solito, si parla su queste “pagine”? Pensateci.
Il periodo dalla fine degli anni 70 alla fine dei 90 è stato per la Gran Bretagna uno dei momenti di maggiore creatività musicale e di maggiore coinvolgimento dei musicisti nella società e nella politica. Non è un caso che la nascente scena Punk sia esplosa proprio allora.
La creatività è spesso una reazione a un periodo di crisi, la rabbia sfocia nella violenza, ma, spesso, anche nell’arte.
Inutile elencare i nomi delle band che hanno calcato le scene in quel periodo, così oscuro per la società inglese eppure così prolifico e fondamentale per la musica.

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