Da sempre l’arma dell’indignazione può essere un forte strumento per alzare polveroni mediatici. Anche un po’ gratuiti.
Succede ancora più spesso al giorno d’oggi, dove fatti, dichiarazioni, filmati e vignette sono decontestualizzati e commentati e ricommentati di pancia su social network e altri media dal rapido consumo.
A volte sacrosanta (ed anzi, spesso poco usata quando ce ne sarebbe davvero bisogno), l’indignazione è spesso figlia di (falso) perbenismo e chiusura mentale, a cui è bene contrapporsi con fermezza e buone argomentazione.
Dire “non sapevamo bene di cosa stessimo parlando” non è invece un buon esempio di risposta.