Waterstrider

Durante le vacanze natalizie ero in macchina con #TristeRoma, stavamo andando a comprare un prodotto tipico delle nostre parti e, come nostro solito, stavamo andando proprio nel paese di produzione (un po’ come quando prendiamo l’autostrada per andare a fare colazione qui,  Ah-ah).

Mentre guidavamo, alla radio passava una canzone che abbiamo riconosciuto solo dopo qualche sforzo, si trattava di una cover di Search and Destroy degli Stooges, un capolavoro senza tempo che ne “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” è il chiaro protagonista di due minuti di cinema stellare. O almeno è quello che pensiamo entrambi.

Waterstrider

I Waterstrider sono una band di Oakland, California, che ha già all’attivo un singolo ed un mini EP entrambi disponibili su bandcamp, ma che al contrario degli Skunk Anansie (si, sono loro che hanno provato a rifare il buon vecchio Iggy con un risultato deludente), è proprio grazie ad una cover fatta molto bene, che sono riusciti a farsi conoscere al pubblico.

Scuriosando in rete per capire di cosa si trattasse, mi sono imbattuto in una serie di brani decisamente buoni, a partire da Constellation, un pezzo pubblicato un anno fa ma che ancora adesso suona molto fresco e divertente, coretti alla Local Natives e riff elettro-indie intricati ma sempre in ottica pop.

Poi ci sono i pezzi più recenti, i tre che compongono l’EP autoprodotto Wind-Fed Fire: si parte con Edge of the Light passando per Feathertips, entrambi brani con sonorità afro-pop, un punto di partenza che li accomuna per certi versi ai Vampire Weekend anche se in questo caso si guarda verso lidi differenti, decisamente meno ritmati; Water & Stone, l’ultima canzone che chiude il terzetto, è invece una progressione pop dove voci, strumenti e ritmi creano un melting pot di influenze unico e davvero intrigante.

Il loro nuovo singolo dovrebbe uscire a breve, “early 2014” come suggerito dalla pagina Facebook. A noi però piace andarli a scovare quando sono ancora prodotti di nicchia. Fidatevi di noi.

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