Triste (una parte almeno) è a San Francisco. E San Francisco è splendida. E’ splendida anche per le sue cose più brutte. E’ un pacchetto completo, che non delude. Forse anche perchè per certi versi è tanto vicino all’europa.
L’Hemlock è una mezza bettola. Nel senso buono però: un bancone in mezzo ad una stanza. Birre. “Only Cash”. Rock’n’Roll. E una tenda, dietro la quale si apre una saletta dove si tengono i concerti.
Stasera suona Gentlemen Jesse e la sua band. Aprono lo show due gruppi locali: i Cocktails (gli Weezer de’ noartri) e le Midnight Snaxxx (il cui nome spiega tante cose sul peso medio del trio) che mantengono vivo (in modo apprezzabile e non retorico) lo spirito punk-rock Americano.
Dopo i due show iniziali gli headliner salgono sul palco. E la sfiga più totale sembra piombare sulla serata: ora capisco perchè il buon Jesse sembrava un idiota prima del concerto, passando a tutti il cellulare e facendo versi strani. Non stava mostrando le foto agli amici: comunicava con messaggi scritti sul telefono! Jesse è infatti completamente senza voce, e scusandosi col pubblico tenta di intonare il primo pezzo. Nessuna speranza.
A qusto punto, gli altri musicisti, un pò ridendo un pò sul serio, decidono a turno di cantare loro tutti i pezzi. E la serata fila via che è un piacere. La musica di Jesse non è nulla di speciale. Ma ha dentro di se tutta la storia della musica americana: il blues dei Creedence, il rock’n’roll (quello vero) di Buddy Holly, Jerry Lee Lewis e Elvis Costello, un pò dei Ramones e il pop più scanzonato e low-fi degli anni ’90.
Un mix che potrebbe portare al nulla, ma che invece riesce ad intrattenere (soprattutto live) con grande piacere.
E pur non essendo à la page (benchè l’approccio sia quello di una indie band ultimo grido), il nostro Jesse ci rigala una serata perfetta: un riassunto, in chiave moderna, di buona parte della cultura musicale U.S.
E cosa potevamo chiedere di più?
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