Alberta Aureli per TRISTE©
C’è qualcosa nella primavera, quando la primavera è già iniziata, quando non è più Marzo e Aprile sta finendo, c’è qualcosa che somiglia ad un’opportunità mancata, ad un’aspettativa delusa.
Era primavera di più quando l’aspettavamo solamente, quando le prime foglie verdi hanno iniziato a spuntare nei vasi dei nostri giardini, non c’è già più l’adrenalina delle prime sedie al sole, nei bar di Roma dove ogni stagione arriva in anticipo.
Ci sono invece più sguardi confusi che altro, menti vaganti in corpi fermi, al semaforo, sotto un platano alto, nelle vie del centro, era più primavera due settimane fa (lo diceva qualcuno proprio ieri). E c’è qualcosa che non torna anche nella luce gialla della sera che se ne va piano, troppo piano, trasformandosi in un’attesa ulteriore, nell’attesa che le stelle si accendano e i desideri tornino desiderabili, magari.
C’è più tempo, anche se il tempo se ne è già andato, e allora forse la notte breve non ci viene in aiuto.