No, le mie manie ipocondriache non hanno raggiunto un livello così alto da farmi credere che ogni mattina io esca da un profondo stato di incoscienza (di fatto ne esco verso le quattro del pomeriggio).
First Breath After Coma, oltre ad essere il titolo di un pezzo del 2003 degli Explosions in the Sky, è il nome di una interessante band portoghese che ha da poco pubblicato per Omnichord Records il proprio debut album.
Anthony Knivet (1560-1649) era un esploratore inglese che, in viaggio per il mondo con il più noto Thomas Cavendish (no, non il ciclista) fu abbandonato sulle coste Brasiliane. Catturato e venduto come schiavo ai Portoghesi, passò molte peripezie (tentativi di fuga, nuove catture, etc) fino ad essere liberato e scrivere le sue memorie.
Preceduto dalla bella Escape, pubblicata nello scorso Marzo, The Misadventures Of Anthony Knivet è pensato dalla band portoghese come una colonna sonora in chiave post-rock delle avventure dell’esploratore inglese.
A prescindere dall’interessante anedottica storica, il disco è veramente una bella sorpresa. Come detto, la band muove (a partire dal proprio stesso nome) da un bagaglio post-rock che molto deve alle atmosfere nordiche care a gruppi come Sigur Ros ed affini ed è capace da un lato di guardare ai Radiohead e dall’altro anche a certe sonorità del folk più contemporaneo. Ma il suono di questi portoghesi riesce a mescolare a tali riferimenti tutto il gusto melodico del pop, in un risultato finale di grande efficacia.
La già citata Escape è un ottimo esempio della sensibilità della band, così come Punch The Air (mix, se vogliamo, tra Sigur Ros e primi Coldplay) e la bellissima (da brividi) Dead Man Tell No Tales (forse la mia preferita del disco).
Ma davvero questo debut è da ascoltare tutto dall’inizio alla fine, sia perchè nasce come concept, sia perchè (soprattutto) riesce a trasportarci sulle sue note con una delicatezza e una profondità non comuni in un periodo in cui spesso gli artisti si buttano su hit dal rapido consumo. E tutto questo, ci tengo a sottolinearlo ancora, senza mai dimenticare il gusto per la melodia, fortemente presente anche in un pezzo (quasi) strumentale come la conclusiva Almadraba.
Vi lasciamo con lo streaming dell’intero album, sperando che questo disco possa accompagnare anche voi in queste giornate di freddo glaciale. Ovunque voi siate.
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