Ogni prima Domenica del mese musei e altre aree di interesse culturale statali sono aperti gratuitamente al pubblico. Tutto molto bello.
A Roma, però, questo si concretizza, fondamentalmente, in due modi: stare ore in fila ad aspettare (tendenzialmente sotto un sole mortale) oppure camminare incessantemente come nomadi da una parte all’altra della città in cerca di vari musei totalmente sconosciuti a cui pensi che nessuno sarà andato vista l’abbondanza di meraviglie nella capitale italiana.
E poi li trovi quei musei. Ed effettivamente non c’è nessuno. Perchè sono chiusi da due anni.
Chi sicuramente è abituato a camminare è il popolo Maasai (o Masai, se preferite) che “presta” il proprio nome al primo singolo di una giovane artista portoghese che da qualche tempo ha rapito la nostra attenzione.
Normalmente non facciamo recensioni di un singolo, ma per Débora Umbelino, in arte Surma (anche questo nome richiama una popolazione africana) ci siamo accorti che avremmo dovuto fare un’eccezione. La 21enne portoghese si aggiunge al roster della sempre più interessante Ominichord Records, etichetta di Leiria di cui in passato vi abbiamo più volte parlato (qui, qui, qui e qui).
Maasai è una canzone di raffinata elettronica in cui affiorano i richiami jazz degli studi di Débora e spiccano atmosfere che potrebbero “geolocalizzare” l’artista molto più a nord rispetto alle sue latitudini di origine (e ai richiami “africani”).
Accompagnato da un bel video, questo pezzo ci introduce una artista che già dal primo ascolto convince davvero tanto e che aspettiamo al nuovo singolo, previsto per il prossimo autunno.
Nel frattempo noi, come i Maasai, ricominciamo a camminare. Per preparci alla prossima prima Domenica del mese
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