Il loro EP, Gods, è uscito qualche mese fa, ed anche se il titolo è un po’ fuorviante, si tratta certamente di un esordio interessante – e forse non si tratta di un tipico understatement inglese!
Loro sono i Blaenavon, band che proviene dall’Hampshire, verde contea a sud-ovest di Londra famosa per aver dato i natali a Carl Barat. Almeno per me.
È importante definire la loro provenienza, dato che da principio il loro sound somiglia molto a quello di una band che non proviene da zone tanto distanti – precisamente Brighton, sud-est questa volta- i Maccabees.
Proprio questa somiglianza la fa da padrone e mi rende un essere bipolare nel giro di 40 secondi, eccitamento mischiato a calma e riflessione: questo esordio è brillante. Ma il punto è un altro e cioè: è tutto merito loro?
Questo parallelismo con i Maccabees è sicuramente destinato a lasciare il segno dato che pezzi come Lost in Paris o Prague sembrano usciti da Wall of Arms – disco eccezionale – e nonostante i nostri siano solo tre ragazzini, riescono senza dubbio a mantenere certi muri sonori che solo il più esperto quintetto di Brighton riesce ad erigere. Gods e Wunderkind sono invece due pezzi meno tirati anche se mettono in evidenza come il tono del cantante sia veramente simili a quello di Orlando Weeks.
A noi non interessa molto, è meglio avere una band in più a questi livelli. Un po’ come per i London Grammar, si ha il dubbio di trovarsi di fronte a prodotti non pienamente autentici, ma la qualità espressa è troppo alta per passare inosservata.
Welcome to Prague and get Lost in Paris, mate.
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