Con qualche giorno di ritardo rispetto all’uscita ufficiale, ecco che mi accingo a parlarvi di uno dei dischi più attesi di questo anno, il debut dei London Grammar.
Ma chi se ne frega se ho ritardato, di loro vi avevamo già parlato tempo fa prima di molti altri. #Autoincensamenti, su Triste©! ehm….If You Wait. Tutto per voi.
Per citare la nostra review passata: “Una band da tenere d’occhio perchè a Settembre, quando uscirà il disco, potrebbero essere già grandi”. Questo effettivamente è quello che è accaduto ai London Grammar. Un pò come per i CHVRCHES, e come sempre di più succede ai giorni nostri, la band ha sparato una serie di singoli/EP nei mesi prima del debut album, tanto che all’uscita del disco parlare di un gruppo all’esordio diventa un pò difficile e sicuramente riduttivo.
Tutto questo, soprattutto quando accompagnato da un ottimo prodotto come le belle canzoni dei London Grammar (mix tra Florence Welsh e una attualissima elettronica, molto pacata e “dreamy”), riesce a dare un grande slancio alle band anche alle prime armi: i LG dopo una settimana dall’uscita, vedono If You Wait schizzare al secondo posto delle vendite in Inghilterra. Una cosa impensabile anni fa per un gruppo al debut.
Contemporaneamente, il fatto di aver già mostrato molto di sè, rischia di trasformare il debut album in una raccolta di EP e singoli con l’aggiunta di un pò di pezzi tappabuchi. E se i CHVRCHES sicuramente sono riusciti ad evitare questa trappola, ad un primo ascolto i London Grammar sembrano aver pagato un pò l’essersi già sparati tutte le cartucce migliori.
Questo è però vero sino ad un certo punto. Le canzoni dei London Grammar non sono, mediamente, quelle hit immediate che ti entrano subito in testa. Hanno bisogno di qualche ascolto in più, fatto con meno fretta, per godersi appieno la bellissima voce di Hannah Reid e le delicate atmosfere.
Su tutte le canzoni spicca la già conosciuta e riuscitissima Strong, ma pezzi come Wasting My Young Years, Hey Now e If You Wait mostrano tutto il talento e le capacità di questa giovane band. Come ripeto, purtroppo i London Grammar pagano, almeno al mio ascolto, l’aver mostrato precedentemente all’uscita del disco quasi tutte le carte migliori, lasciandomi quella sensazione di “ok, già lo sapevo”, che un pò penalizza il giudizio globale.
Al netto di questo, il disco è davvero valido e bello ed anche in questo caso siamo soddisfatti di avervi parlato di questo ottimo gruppo già qualche tempo fa.
Voto: 7,5, media tra il 7 per i pezzi un pò tappabuco e l’8 delle splendide canzoni che avevano anticipato l’uscita di If You Wait.
Godetevi Strong, ne vale davvero la pena.
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