The Drink – Company

Fare uscire dischi a Dicembre è sempre un rischio. Quasi tutti gli “addetti ai lavori” (o chiunque senta di voler dire la sua anche senza buoni motivi. Tipo noi) hanno già stilato le loro varie top 5, 10, 50, 100 e in generale la maggior parte della gente è già proiettata verso la pausa delle vacanze natalizie, guardando o al passato o al futuro e facendo poco caso a quello che succede in questi giorni.

Ma alla faccia di tutte le precauzioni, i The Drink piazzano il loro debut proprio all’inizio dell’ultimo mese dell’anno. E il risultato è un disco veramente interessante. Cercate di non distrarvi allora.

TheDrink_CompanyE’ vero, è vero. Le 12 canzoni che costituiscono Company sono, di fatto, tutte “già sentite”, nel senso che erano già state tutte presentate negli EP, ora introvabili, della band (dal 2013 al 2014). Questo debut quindi è al tempo stesso una sorta di raccolta ma anche, appunto, una novità.

Il trio di base a Londra costituito dalla “dubliner” Dearbhla Minogue, Daniel Fordham e David Stewart confeziona un disco che tiene assieme indie-pop, folk, sperimentazione e suoni sporchi. Senza cadere nel facile rischio di mescolare tutte queste “anime”.

Se l’iniziale Microsleep (forse il pezzo che meno mi entusiasma del disco) può ricordare per certi versi atmosfere à la A Sunny Day In Glasgow o Alvvays, già con Playground ci spostiamo su un indie-pop lo-fi e sperimentale che sembra essere uno dei principali marchi di fabbrica della band. La bella Beast Are Sleeping è un altro ottimo esempio di questa vena del trio londinese.

Tra accelerazioni e momenti più “lenti”, tra stridere di chitarre e melodie pop, l’album è, ad ogni traccia, una piacevolissima scoperta e, soprattutto, un piacevolissimo ascolto. Che ha il suo momento più alto, a mio personalissimo parere, proprio nella traccia centrale: la bellissima Wicklow, meravigliosamente “ricamata” dalla melodia vocale di Dearbhla.

Non so se Company finirà nelle nostre classifiche (che ancora dobbiamo stilare, perchè ci prendiamo il nostro tempo), ma sicuramente questo disco ci rimarrà bene impresso in mente. Voi nel frattempo non deconcentratevi troppo.

Almeno fino al cenone.

Un pensiero su “The Drink – Company

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