Sì, sì, lo sappiamo. Arriviamo in ritardo. Ma 1) abbiamo avuto un sacco da fare; 2) è estate e ora sono (più o meno) in vacanza; 3) questo disco mi era rimasto proprio qui (segue gesto con il dito che indica la gola) e quindi nonostante tutto voglio ancora parlarvene.
Che poi, se proprio andiamo a vedere, il nuovo disco degli A Sunny Day In Glasgow è sì uscito negli States il 24 Giugno, ma la data di release ufficiale per l’Europa era il 4 Agosto. Quindi alla fine possiamo fingere di non essere così in ritardo.
Il Sole di Glasgow (?) è solo il punto di partenza della band di Philadelphia/Brooklyn (con gli attuali componenti sparsi per il globo), che ha visto nel tempo molti cambiamenti nella sua formazione. Ben Deniels porta avanti questo progetto sin dagli esordi e con questo quarto LP conferma come il gruppo meriti il grande interesse suscitato in questi anni.
Shoegaze, sì. Dream pop, anche. Ma c’è molto di più nelle corde degli A Sunny Day In Glasgow. Ci sono i richiami folk e contemporanemente estremamente pop di un pezzo come The Body, It Bends, ci sono i piacevolmente spiazzanti incroci vocali del primo, bellissimo, singolo di questo disco, In Love With Useless.
Un disco in cui perdersi e lasciarsi trasportare. Il migliore, a mio avviso, della già ottima carriera della band. E la cosa è ancora più sorprendente se si pensa che per motivi logistici questo album è stato registrato senza che il gruppo sia mai stato, contemporaneamente, nella stessa sala di registrazione: questo vuol dire avere le idee chiare ed aver ritagliato e smussato fino alla perfezione il proprio sound capace ormai, in un certo senso, di camminare con le proprie gambe.
Le belle voci di Annie Fredrickson e Jen Goma risaltano molto in questo disco (benchè, come sempre, sia la musica a farla da padrona): la cosa è maggiormente evidente in pezzi come Crushin’ o Golden Waves, forse i più pop dell’album.
In generale un disco confezionato estremamente bene dalla band, in cui ogni elemento compositivo si incastra alla perfezione con gli altri. Un disco che a prescindere dai gusti personali merita sicuramente un ascolto attento.
Anche se doveste farlo con un po’ di ritardo…
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