L’estate è a pieno regime e ho voglia di mare e di vacanze. Mi ritrovo invece immerso nel lavoro e alle prese con doveri da assolvere che eviterei volentieri.
Tra questi una serie di matrimoni (perché la gente continua a sposarsi nel 2016) che mi costringono a vivere ore pomeridiane di caldo intenso vestito di tutto punto all’interno di una chiesa.
Una sensazione particolare rimetterci piede, riemergono i ricordi di quando da bambino ero un frequentatore assiduo, immagini che immediatamente si fondono al mio attuale, distaccato punto di vista sulla religiosità.
Tutto ciò mi rende curioso sulla scelta di Kelsey Lu, allontanatasi all’età di 18 anni dalla sua famiglia di Testimoni di Geova, di registrare il suo EP di debutto proprio all’interno di uno di quei luoghi che le erano interdetti da giovane.
È quindi più di un semplice titolo “Church”, in quanto dichiara molto del suono di questo lavoro che segna l’esordio della brillante musicista di base a New York dopo la sua fuga dal North Carolina. L’acustica del luogo prescelto, una chiesa di Brooklyn, esalta infatti le tessiture del violoncello e le trame vocali che costruiscono i sei brani del disco.
Pur arrivando da una formazione classica, Kelsey declina il suo strumento senza particolari virtuosismi, prediligendo piuttosto l’aspetto elegiaco e grave dello stesso che si sposa alla perfezione con la sua voce vibrante e cristallina in brani dalla pronunciata enfasi quali l’iniziale rarefatta Dreams e la sognante Empathy.
Altro elemento caratterizzante è l’incedere ipnotico accentuato dall’uso dei loop e dalle strofe ripetute come un mantra, modalità che trova la sua espressione più compiuta in Time.
La costante lungo il fluire di Church è la sensazione di assistere ad un monologo intimo che lascia emergere oscuri fantasmi e una vena malinconica che aleggia fino alle note conclusive di Liar.
Un’artista da non perdere di vista, che mi ha dato una ragione in più per varcare con piacere, quantomeno virtualmente, la soglia di un luogo di culto che ormai non frequento più.