Una cosa molto importante è sapersi prendere il proprio tempo. Per rilassarsi, per fare le cose nel modo giusto, per dare alle cose il giusto peso.
Io non lo so fare.
Accumulare impegni e progetti in modo quasi compulsivo da l’impressione di stare effettivamente facendo qualcosa. Purtroppo questa abitudine rischia di intaccare sensibilmente la qualità dei risultati.
Chi invece sembra conciliare perfettamente la quantità con la qualità è sicuramente Kenny Anderson, ai più noto con il suo nome d’arte: King Creosote.
Con una quarantina di album alle spalle, varie collaborazioni (tra cui quelle davvero imperdibili insieme a Jon Hopkins), l’artista scozzese torna con un nuovo album impregnato del sapore delle sue terre.
Dopo lo splendido From Scotland With Love del 2014 e Smavulgar del 2015 (più altre due uscite, così per non farsi mancare nulla), Astronaut Meets Appleman è un nuovo tassello che si aggiunge alla splendida galassia di suoni ed emozioni di questo grandissimo (e sottovalutato) cantautore.
Registrato in parte sulla Isle of Mull (che ricordiamo anche per il buon whisky) e nella contea di Down (in Irlanda del Nord), questo nuovo album ripresenta quel bilanciato mix di folk e pop tipico della produzione dello scozzese.
Se il disco si apre con le atmosfere cupe e i violini stridenti di You Just Want e Melin Wynt, in pezzi come Wake Up To This e la bella Love Life ritroviamo la spensierata malinconia che tanto nel passato ci ha fatto innamorare di King Creosote.
Ma sono forse Betelgeuse (molto vicino, nelle sonorità, al precendete From Scotland With Love) e il primo minuto e 33″ di Rules Of Engagement (ovviamente anche la coda della canzone) i momenti più toccanti di un disco che, come spesso accade con Kenny Anderson, fa del sentimento (in senso ampio) e del ricordo (in senso ancora più ampio) le proprie stelle polari.
L’importante è che io non prenda esempio da King Creosote: è meglio non illudersi di riuscire a fare così tante cose così bene. Ridurre tutto e prendersi il proprio tempo, questa è l’unica via.