Come molte volte, questa è una di quelle in cui non riesco ad orientarmi nella mia mente che sempre più sta diventando una soffitta piena di cose in disuso.
E quando si confonde la capacità di discernere con rapidità il logico dall’illogico, il giusto dall’ingiusto, mi concentro per qualche minuto su oggetti particolari come fosse un esercizio di meditazione.
E alla fine credo funzioni perché all’improvviso riemergo come fossi risalita dal profondo delle acque.
In questo Agosto ho vissuto momenti che non ritorneranno in versione originale ma potranno solo ripetersi e rinnovarsi senza dispiaceri.
Come queste brevi righe di un racconto estivo: in un giorno di fine Agosto, in una stradina bellissima di un borgo incantevole della Provenza, tra un passo e l’altro che camminavano insieme alla voce di una cara amica, ho notato una piccola casetta di legno su un albero. E con il rumore delle onde fresche e calme che arrivavano sui bagnanti accaldati, sono tornata indietro per un attimo.
Io non ho avuto una vera e propria casetta sull’albero: ho avuto un’altalena tra due alberi. Ho volato tra lo spazio di due querce secolari e come i bambini che salgono in su per costruire una piccola rappresentazione di un mondo diverso, io con mio fratello creavo uno spazio sempre più ampio tra il cielo e la terra. E ricordo ancora il verde vento che soffiava e la paura di cadere.
Potete vedere con gli occhi dell’immaginazione una piccola casa sull’albero nella copertina di Goodbye, delizioso Ep del giovane australiano Lucas Laufen (nato a Port Lincoln ma di base a Berlino).
Goodbye (anticipato dal singolo Boulders) rilassa i sensi riportandoli alla loro funzione primaria: conoscere e conoscersi. Laufen con Halogen (brano d’apertura), Boulders, Dead Days e la conclusiva title track fa delle note il racconto del lunghissimo viaggio vissuto in prima persona tra due continenti (Oceania ed Europa), riuscendo a creare un’atmosfera da “rilassato” diario on the road.
I brani di Goodbye possono sembrare quattro colonne sonore di quattro finali diversi di questa Estate. Il folk fortemente intriso di melodia di Lucas Laufen è in grado di arrivare delicato e sognante alle orecchie degli ascoltatori, mostrando al tempo stesso le capacità canore e chitarristiche del giovane artista australiano.
La mia altalena (o meglio la nostra) era molto semplice: fune e tavola di legno. Eppure con la semplicità di quegli elementi ho dato giustizia all’antico sogno dell’uomo. E questo ricordo riemerso nell’ultimo mese estivo andrà in soffitta.
Spero solo di non farlo impolverare troppo.
P. S. Grazie all’altra metà di Triste e alla sua “dolce” compagna.