A cosa serve il passato?
Ci chiediamo spesso cosa abbiamo fatto in passato: cosa è successo qualche tempo fa, quale progetto abbiamo in testa su noi stessi. Persino Facebook si dedica al passato.
Insomma come la metti la metti, il passato racconta e narra qualcosa di te e non puoi assolutamente ignorare questo fatto.
Ieri è lo specchio di oggi.
Anche se poi ti fai assalire dalla nostalgia (canaglia), aggiungendo in cuore un pò tristezza. Ma proprio quello che sta nel passato ti rimette in “asse” (come spesso dice un mio caro amico) con quello che sei oggi. E’ vero, il tuo viso è diverso, alcuni vestiti non ti entrano più e di alcune persone non ricordi neanche il nome, ma la sensazione di una bellissima serata divertente, o di quella emozione che hai provato, lo hai ben impresso nella tua mente.
Ecco a cosa serve il passato: a comprendere chi sei oggi e che passi hai fatto. Piccoli, grandi, da gigante, sono comunque i tuoi passi. Ed giusto averne memoria, come forma di cura e amore per se stessi.
E i sogni? A cosa servono i sogni? Eh beh caro amico, i sogni sono il riflesso del tuo inconscio e per questo solo tu hai la chiave per decifrarli e comprenderli nella loro dimensione più insolita. Durante la notte sei libero di andare dove vuoi, di essere chi e cosa vuoi, il tuo sé, più autentico, è autorizzato ad accedere in ogni dove.
Ma esattamente come succede nei ricordi del passato, anche nei sogni a volte ti perdi dei pezzi, perché di un sogno non riesci a ricordare sempre tutto. Io, per esempio, ho usato questa sbadataggine per il capolavoro di Tram Cops, Even in my Dreams. Album partorito dalla mente di Michael Vince Moin. Lui stesso lo definisce un ”album pop da camera da letto, che parla di vita, amore, perdita, morte, droga e instagram”, 33 minuti di totale perdita nei sogni.
Michael Vince spazia in un universo di generi, dal jazz, al pop, passando per il lo-fi. E’ davvero come vivere i sogni di questo ragazzo. I brani sono strani, eleganti, come fossero capitoli di un libro. Hanno vita propria e messi insieme diventano un vero capolavoro.
Accompagnato da altri musicisti, come Joel Trigg al piano e Stephen Byth al sax, Even in my dreams è un disco che ascolteresti ovunque: in viaggio nella tua auto, prima di dormire, mentre sei in bici, o semplicemente mentre stai a casa comoda sul tuo divano.
E quando arrivi alla fine di tutto, apri gli occhi, guardi il soffitto di casa tua dopo essere stato ovunque e chiunque, torni alla realtà. Respiri. Ti guardi attorno. Vedi la luce del giorno che entra dalla finestra. Muovi il corpo. Un giorno nuovo è già entrato nella tua vita.
Michael lo fa con una frase semplicissima: If you can belive.
Buon ascolto.