Bananagun – Why Is the Colour of the Sky?

Il notevole videoclip di Mind’s A Lie dei londinesi High Vis pare a tratti raccontare il sequel  delle imprese del giovanissimo protagonista di un altro videoclip, ovvero This Can’t Go On di Bill Ryder-Jones, che tanto avevamo amato nei primi mesi di quest’anno. Nella staffetta tra il primo e il secondo tempo del racconto, esaurita la spinta idealistica della prima giovinezza, l’ex adolescente ormai adulto continua la sua folle corsa a testa bassa, che appare improvvisamente come priva di una meta, più simile allo sbattere d’ali di un uccello in gabbia o allo smanacciare di un pugile che prende a pugni la sua ombra, tenuto in vita solo dal vibrare della propria rabbia.

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Field Music – Limits of Language

Nei coriandoli di tempo disponibili, ahimè sempre più rari e microscopici, continuo a seguire con sincero interesse le vicende di alcuni reduci dei cosiddetti anni Zero a cui si legano tanti piacevolissimi ricordi della mia prima giovinezza. Se i Libertines, alle soglie dei una mezza età splendidamente portata, si sono concessi il lusso di firmare uno dei loro dischi più coesi e ispirati di sempre (tenendo nel conto anche le produzioni collaterali dei due luogotenenti Barat e Doherty), qualcosa di non troppo dissimile è riuscito ai sin troppo taciuti, ormai quasi dati per scontati (faccio mestamente mea culpa…) Elbow di AUDIO VERTIGO. Restando a nord e spostandosi dalla contea della grande Manchester a quella del Northumberland, anche i sempre cari Maxïmo Park hanno saputo scaldare quest’inizio di inverno con un disco luminoso, Stream of Life, che fatica non poco ad uscire dal mio lettore, tante sono le emozioni e i ricordi che canzoni come Favourite Songs o The End Can Be As Good As The Start suscitano ad ogni nuovo ascolto.

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Soap&Skin – Torso

Se mi venisse chiesto quale è stato l’ultimo disco di debutto ad avermi folgorato fin dal primo ascolto senza mai cedere una briciola in intensità nel corso degli anni, non avrei alcun dubbio su cosa rispondere. Lovetune For Vacuum fu amore puro al primo ascolto, rapimento ed estasi che nel tempo si sono rinnovati, anche se con forza minore, nei lavori successivi firmati Soap&Skin.

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Francesca Bono – Crumpled Canvas

Esordio è una definizione piuttosto anomala riferita all’opera prima firmata in solitaria da Francesca Bono. Lo è perché l’autrice di stanza a Bologna vanta un’esperienza ventennale in campo musicale collezionando collaborazioni importanti – l’ultima in duo con Vittoria Burattini dei Massimo Volume nell’ottimo Suono in un tempo trasfigurato – e militanza in diverse compagini quali gli Ofeliadorme di cui è fondatrice. Un bagaglio che traspare nitido dalle otto tracce dell’album, rivelato da una scrittura matura densa di rimandi perfettamente inglobati nella propria visione artistica.

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Penny Arcade – Backwater Collage

James Hoare torna con il suo primo nuovo disco dopo la pandemia. Con Backwater Collage” (Tapete) l’ex Ultimate Painting, The Proper Ornaments e Veronica Falls riesce anche questa volta a stregare l’ascoltatore, tanto che il sottoscritto sta recuperando velocemente tutto quanto di prodotto dal musicista londinese nell’ultima decade.

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