R.E.M. – Murmur

Francesco Amoroso per TRISTE©

Questa storia sarebbe dovuta iniziare il 12 Aprile 1983.
Ma quel giorno mi trovavo probabilmente troppo impegnato a fare i compiti, a tirare calci al pallone nel polveroso campetto di calcio sotto casa o a struggermi per la mia compagna di classe Federica, lei sì già quasi una donna, mentre io ero ancora un ragazzino dodicenne, suppongo impubere, ma con la testa già piena di fantasticherie (baciavo emozionato la bottiglietta di coca-cola alla quale lei aveva bevuto in gita, con buona pace di ogni profilassi sanitaria).
Che quel giorno fosse uscito Murmur, l’album d’esordio di una band di giovani universitari di Athens, in Georgia, non avrei potuto in ogni caso saperlo e, seppure avessi ricevuto la notizia, ho l’impressione che mi avrebbe lasciato piuttosto indifferente.

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Ray – First Light

Francesco Giordani per TRISTE©

Gli anni 2000 sono cominciati per me il 14 maggio dello stesso anno, con lo scudetto della Lazio: ero a casa mia, quindici anni ancora da compiere, la tv sintonizzata come ogni domenica pomeriggio su Quelli che il Calcio. Conduceva Fabio Fazio. Il decennio si sarebbe poi concluso, almeno per me, il 13 maggio del 2009, con la vittoria della Coppa Italia ai rigori, per 6 a 5, da parte della Lazio contro una tenacissima Sampdoria: ero allo stadio, di anni nel frattempo ne avevo quasi ventiquattro e a Quelli che il Calcio la conduzione era da tempo passata a Simona Ventura.

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The Libertines – Up The Bracket 20th Anniversary

Francesco Giordani e Tiziano Casola per TRISTE©

20 anni di “Up the Bracket” dei Libertines (2002-2022): colloquio con le nostre coscienze del tempo.

Francesco. Up The Bracket compie venti anni ed io non riesco a crederci. Venti anni sono tantissimi, forse troppi, e del mio 2002 ho ricordi così imperdonabilmente vaghi. Ricordo però che verso il 2000, con il progressivo inaridirsi del brit pop, avevo smarrito gran parte del mio maniacale interesse per la musica “rock” classica. Dopo Kid A, il dilagare dell’elettronica, le vacue carezze sentimentalistiche dei Coldplay e dei loro spesso intollerabili epigoni, mi sembrava tutto irrimediabilmente finito, archiviato o poco stimolante. Era come calato un metaforico sipario sul candore dei miei anni 50…

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Heavenly – Heavenly Vs. Satan

Francesco Amoroso per TRISTE©

Dove eravate voi nel 1990? Io non mi ricordo bene. Avevo vent’anni ed evidentemente ero troppo preso dalla mia vita e da me stesso per rendermi conto di tutto quello che mi accadeva intorno. Ricordo che ci sono stati i mondiali di calcio in Italia. Ricordo anche la rapida disgregazione del blocco sovietico e la riunificazione delle due Germanie. Con una certa angoscia, mi ritorna in mente l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq di Saddam Houssein e l’operazione Desert Storm, avviata da George W. Bush (padre) ad agosto, mentre mi trovavo sull’isola di Ponza e, quando tutti gli altri dormivano, ebbri di sole, cibo e “amore”, mi attaccavo alla radio per sentire il telegiornale della mezzanotte nella speranza che si trattasse solo di una guerra lampo. Ho rimosso dalla memoria la fine del PCI e la nascita del “Partito Democratico della Sinistra” e mi è rimasto impresso l’omicidio della povera Simonetta Cesaroni, sempre in quel luminoso agosto che per me rappresentava uno dei primi passi, gioiosi e pieni di speranza, nella mia vita adulta e che, invece, è stato, evidentemente, tragico e crudele.

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Low – I Could Live In Hope

Francesco Amoroso per TRISTE©

Mio figlio è un bambino a dir poco adorabile. Sveglio, affettuoso, educato (non dovrei dirlo io, forse) curioso. E amante della musica.

Nel suo primo anno e mezzo di vita, però, aveva molti problemi a prendere sonno. Le avevamo provate tutte: cullarlo sul passeggino per poi metterlo nel lettino, cantargli i classici della canzone napoletana, creare attorno a lui il buio e il silenzio assoluto, ma niente funzionava davvero.

Naturalmente furono provate anche varie opzioni musicali, dalla classica al folk, alle canzoni per bambini, senza esito positivo. Quasi per caso, un pomeriggio, notammo che The Invisible Way, l’album allora appena uscito dei Low, sembrava a tratti funzionare. Continua a leggere