Io sono l’entusiasta, vivo a Londra e non mi lamento mai del tempo uggioso. Invece mi lamento spesso della musica italiana contemporanea. Stranezze della vita.
Maria Antonietta è un regalo alla nazione Italia, un po’ come Ryan Giggs alla nazionale di calcio gallese: un’eccellenza più unica che rara.
Le sue qualità si erano intraviste già dall’omonimo debut-album in cui pezzi come Saliva (un po’ Carmen Consoli un po’ Ornella Vanoni – nel video che mi ha fatto innamorare di lei), Quanto Eri Bello (PJ Harvey in salsa al po(p)modoro), Questa è la Mia Festa (Giusy Ferreri dopo aver fatto serata con Amy Winehouse), aprivano un ventaglio di sfumature/influenze/possibilità che non si vedeva da tanto tempo.
Insomma alla fine del disco, si aveva l’impressione di avere a che fare con un artista che avrebbe potuto prendere – con un’attitudine più rock – lo spazio da Artista Femminile Alternativa che per anni è stato occupato da Cristina Donà.
Invece no, dato che in Animali è riuscita a spiazzarmi un po’, con un singolo che mi ricorda quello che Malika Ayane è riuscita a fare per Virzì. Cioè prendere a piene mani dal cantautorato classico italiano, rimetabolizzarne l’essenza e dare vita a una canzone attuale. Non Ho L’Età, il pezzo che fa coppia con il singolo, ne è la prova lampante. Merito di una produzione più curata che asseconda maggiormente lo stile della cantautrice pesarese? Probabilmente si.
Grande singolo. Una di quelle cose che ti fa sperare nell’Italia e ti fa commuovere.
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