Non nego che ho speso almeno 2 minuti a rileggere il titolo dell’album per riuscire a correggere eventuali errori. Mi piace dire la verità, anche a costo di pagarne le conseguenze. Ah-Ah.
Ad esempio, vi è mai capitato di trovarvi in una sorta di deja-vù dilatato nel tempo tipo l’esperienza di trovarsi km lontano da casa, in un posto dove non conoscete nessuno, ed in cui non siete mai stati prima, ma al tempo stesso sentire quella strana sensazione di sentirsi a casa? Se siete nati vicino al mare, non ho bisogno di spiegarvelo, basta il rumore delle onde, l’odore di salmastro, qualche raggio di sole.
A me è appena successo in Portogallo, un paese che negli ultimi mesi mi ha fatto innamorare senza filtri: dalla musica, alle pastel de nata, dalla Livraria Lello alle camminate nella Ribeira.
RTOLEW mi rende consapevole di due cose: la praticità degli acronimi e l’amore verso il mare. Lo fa nel modo giusto, quello che ad Oliver Wilde riesce naturale: organizzare un sofisticato intreccio melodico a cui aggiungere la propria sospirata, delicata ed armonica voce senza disdegnare l’aiuto di archi, effetti ed effetti sintetici.
Provate ad ascoltare la bellissima Plume, la sussurrata Balance Out o la straordinaria Pull per avere delle prove concrete in poco più di 10 minuti. In questo caso però, in maniera gestaltiana, il tutto rende molto più della somma delle singole canzoni ed è quindi difficile estrarre alcuni singoli senza alterare la percezione del disco.
Se ben ricordate, non è la prima volta che parliamo di lui, accadde l’anno scorso quando uscì il suo primo LP A Brief Introduction to Unnatural Lightyear che accogliemmo entusiasticamente (con uno sforzo immane, evito di fare commenti sulla lunghezza dei titoli) e che mi portò a dire: “Buono e al momento giusto come un rosato Cote de Provence al tramonto a bordo piscina.”.
A me piace dire la verità e mi sono appena reso conto che tutte le volte che parlo di Oliver Wilde, finisco col parlare di acqua, di vino e di posti meravigliosi. Sarà un segno del destino, o forse solo un segno che devo darmi una regolata.
Voto 8. Fresco, buono ed interessante come un Krohn Colheita 1983.