The National + Phosphorescent @Iveagh Gardens – Dublin, 18/07/2014

Il Londinese mi ha raggiunto a Dublino la sera prima (immediatamente dopo la fine del live di Phosphorescent nel pre-show al The Worksman Club). Come al solito avevo già segnato una buona quantità di posti interessanti dove sarei voluto andare (a mangiare, che altro?) e per pranzo siamo stati (in buona compagnia) in un posto veramente ottimo (questo), che vi consigliamo vivamente nel caso siate di passaggio nella capitale irlandese.

Cosa c’entra questo con il live? Non lo sappiamo, ma era una anticipazione del fatto che se continuiamo così forse ci trasferiremo su Trip Advisor, o forse più semplicemente per dire che la giornata era già iniziata molto bene. Per concludersi ancora meglio con un concerto veramente emozionante.

NationalIveaghMainSì, perchè nella bella location degli Iveagh Gardens si tiene una nuova tappa del tour dei The National (in giro oramai da più di un anno con Trouble Will Find Me) che come special guest hanno appunto i Phosphorescent di Matthew Houk (che, ad essere sinceri, sono stati la vera causa di questo viaggio, come appunto dicevamo nella review del loro pre-show).

20140718_194813-2Qui la band apre a Berninger e soci e per questo la performance dura solo una quarantina di minuti. Ma rivederli anche a sole 24 ore di distanza è un enorme piacere. Come è un piacere vedere quanto Houk tenga al suo cappellino rosa shocking e alle magliette del suo merchandising.

In questa serata ancora di più la scaletta è limitata ai pezzi di Muchaco, ma anche stavolta c’è spazio per le bellissime Tell Me Baby (Have You Had Enough) e Wolves. Che dire, una full immersion di due giorni nella musica di questa band che dal vivo esalta le composizioni di un artista veramente ispirato e toccante che ha sempre saputo pubblicare degli album di grandissima qualità.

Dopo i Phosphorent è il turno del main act. I The National sono oramai all’apice della loro carriera: per qualcuno forse sono già in fase calante, ma a sentire l’ultimo bellissimo disco dello scorso anno e a vederli in tour proprio non si direbbe.

NationalIveaghInCome al solito la band americana è in grado di portare sul palco un mix di classe e grinta come pochissime altri gruppi riescono a fare. E allora si parte piano per poi accelerare sempre più. I pezzi dell’ultimo disco la fanno ovviamente da padroni, ma grande spazio è dato come sempre anche alle canzoni degli album precendenti.

Tutti i pezzi arrivano dritti al cuore: dovrei elencare forse tutta la scaletta, ma mi piace qui sottolineare l’impatto di canzoni come Bloodbuzz Ohio, Pink Rabbit, la splendida Slow Show o Graceless.

BerningerIveaghBerininger mostra tutte le sue doti di cantante, scrittore e animale da palco. Momenti intimi sono alternati a scariche di grande intesità, con la band tutta che come sempre è impeccabile nell’esecuzione dei pezzi.

E come spesso accade, è nel bis che Matt si lascia andare. Sulle note di Mr. November si lascia inghiottire dal pubblico di fronte al palco, sommerso dalla gente che urla con lui nel microfono manco fosse un live dei Fine Before You Came.

BerningerPubblicoIveaghMa il meglio di sè lo da quando parte Terrible Love e, dribblando abilmente la security che cerca di placarlo, corre fuori dal palco per sbucare poi qualche decina di metri più dietro, sulle scalette di ingresso, da dove canta abbracciato ad alcuni spettatori.

I The National confermano sempre di più il loro stato di grazia, affermandosi come una delle più importanti band sulla piazza. Un live emozionante e bellissimo, impreziosito dall’apertura dei Phosphorescent.

P.S. Anche Bryan Devendorf, batterista dei The National, aveva un cappellino rosa shocking come Matthew Houk. Che stiano tentando di lanciare una nuova moda?

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