Ci sono cose che alterano inevitabilmente il mio umore. Tipo l’Acea che non si accorge per due anni che mi ha cambiato il contatore e continua a mandarmi bollette riferite al vecchio (per i fan delle mie peripezie con l’Acea: magicamente tutto si è risolto). Tipo l’incapacità di fare uno scheduling preciso delle corse da parte dell’Atac.
Tutto questo (e molto altro) genera in me due sentimenti opposti: da un lato vorrei riuscire ad incazzarmi sul serio, dall’altro vorrei essere come il mio amico Giacomino che riesce a farsi scivolare addosso le cose e vivere sereno.
Ovviamente non sono in grado di mettere in pratica nessuna delle due alternative. Riesco solo a far aumentare la gastrite.
Ma se un giorno dovessi riuscire a sfogare le mie ire, o a farmele passare del tutto, sarebbe bellissimo. Ancora più bello sarebbe riuscire a mescolare insieme rabbia e totale serenità. Soprattutto se tale commistione non sarà figlia di schizofrenia o disturbo bipolare.
E se questo vi sembra impossibile, vi invito ad ascoltare il nuovo lavoro dei gallesi Joanna Gruesome, capaci di tenere insieme la carica del punk e bellissime melodie del più scanzonato indie-pop in salsa lo-fi. Il tutto, spesso, nella solita canzone.
Il risultato è insieme spiazzante è pienamente riuscito. Last Year, il pezzo che apre Peanut Butter, è il perfetto biglietto da visita della band. Chitarre distorte dai ritmi serrati e ritornello super catchy. Che volete di più?
Questo intreccio si estende a tutte le 10 tracce del disco, dal gentile invito a fare le cose alla cazzo di cane (Honestly Do Yr Worst) passando per la programmatica I Don’t Wanna Relax, il quintetto di Cardiff conferma quanto di buono fatto sentire con l’album d’esordio (Weird Sister, 2013) migliorando notevolmente in impatto e produzione.
Hey! I Wanna Be Yr Best Friend conclude “sottovoce” un ottimo lavoro: un disco perfetto per infondere una bella carica a chi lo ascolta. Ma senza agitarsi nè prendersi troppo sul serio.
Quello che servirebbe a me. Forse.