Meg Baird – Don’t Weight Down the light

Tania Moretta per TRISTE©

Così cominciai ad interrogarmi sul mondo e sulle cose del mondo, non discorsi complicati, non sillogismi o logiche filosofiche, iniziai ad interrogarmi sul mondo e sulle cose del mondo.

Così cominciai a guardare il volto delle persone che conoscevo ed il modo in cui divennero diversi e strani, ad un certo punto tutti cominciarono ad esibire perversioni adulte!

Così cominciai a girare, deviare, cercare scorciatoie, vicoli unici e sicuri…mi chiusi, nascosi e tutelai dalle cose del mondo e dai volti strani. Creai un mondo nuovo, creai una ragione, una “manna” che non cadesse dal cielo ma nutrisse costantemente il mio sguardo.

Quando iniziavo a credere che i miei discorsi mentali avessero senso, allucinata dal caldo tropicale di un paese apparentemente distante dai tropici, Don’t Weigh Down the Light, l’album della cantautrice di San Francisco Meg Baird, si concluse con l’ultima canzone Past Houses.

MegBaird_DontWeighDownTheLightIl terzo disco solista, dopo Season On Earth, esce quest’anno con la costruzione di un nuovo team di musicisti che riempiono l’album di sonorità psych-folk e brani atmosferici.

Il distacco dall’ordinario traspare in ognuno degli 11 brani del disco. Testi ed accompagnamento riflettono la personalità “fuori dagli schemi” di Meg Baird. La cantautrice infatti ha una sorta di “scollegamento apparente dalla realtà contemporanea” mantenendo una certa distanza dalle logiche dei social network e della pubblicità.

Dopo il primo esordio nel panorama musicale con la band degli Espers, la sua voce solista si evolve album dopo album fino a quest’ultima produzione dalle sonorità musicali e vocali singolari. La magia della presenza vocale domina le tracce I Don’t Mind e Stars Unwinding. Arrangiamenti pieni e solfeggi soavi caratterizzando Good Directions mentre in Back To You prevale un originale arrangiamento di chitarra.

Vi consiglio l’ascolto di quest’album per tre motivi: il primo è che l’ho trovato dissonante rispetto all’ambientazione musicale estiva, una “voce fuori dal coro” che di tanto in tanto non guasta!

Il secondo è che Don’t Weigh Down the Light è riuscito a distrarmi dall’evidenza che la mia temperatura corporea somigliasse a quella della lava di un vulcano attivo!

Il terzo (e non per ordine di importanza) è che sono fermamente convinta che non sia difficile andare contro corrente. Tutto sommato viviamo nell’epoca in cui ogni cosa va in un verso e nel suo opposto, la massa è diventata conforme all’anticonformismo. La cosa complicata invece è creare un mezzo attraverso il quale si possa scegliere dove andare e soprattutto raggiungere luoghi e direzioni distanti dall’ordinario vivere.

Quando qualcuno riesce a creare un mezzo di estraniazione tale, egli è un artista ed il suo mezzo è l’Arte.

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