Sean O’Neill – Visions

Marica Notte per TRISTE©

Tra meno di ventiquattro ore sfiderò una delle leggi fisiche più elementari: fare entrare il grande nel piccolo. Cercando inoltre di illudermi che tutto sia ben sistemato nella valigia. O almeno che non esploda durante le tre ore (ritardi non calcolati) di viaggio sulle ferrovie italiane.

Roma è sempre lì. Non so se mi sta aspettando, di sicuro io, dopo otto anni, continuo a tornarci e a sentirmi un po’ a casa. Anche se ancora non capisco cosa provo quando sono a Roma.

Mettersi in viaggio. Attraversare continenti. Proviamo a seguire, anche se brevemente, il viaggio, sia fisico che musicale, di Sean O’Neill. Dall’Australia a Londra, passando per altre capitali europee.

SeanONeill_VisionsDalla primissima nota del primo brano, I Know you Worry, dell’album Visions, si apprezza la bravura di O’Neill che riesce ad unire strumenti a fiato e percussioni, con maestria, a quel tocco di indie folk che non guasta mai.

Si percepiscono suoni familiari, Bon Iver, Sigur Ròs, ma c’è altro in questi suoni. C’è semplicemente un’altra storia da raccontare, con altri rumori di sottofondo.

Nei dieci brani di Visions si possono percepire gli stati d’animo nati nei vari passaggi da un paese ad un altro, da una città ad un’altra, come Vienna e Madrid (terzo e sesto brano dell’album). Sean ha saputo dare vita a questi “passaggi” trasformando le proprie sensazioni in note dolci, importanti e significative.

Basti ascoltare la bellissima Carried In The Wind, dal tocco vivace, o This Year che riesce per pochi minuti a sospendere ogni forma di giudizio portandoti con sé.

La scoperta di O’Neill è stata inaspettata per certi versi, desiderata per altri. Si ha sempre bisogno della compagnia di buoni amici e ottima musica. Per quest’ultima parte c’è Sean O’Neill.

Tutti noi ci mettiamo in viaggio. Non è la distanza che dà importanza al viaggio. È la sensazione che si prova nel vedere cambiare forma alle cose.

4 pensieri su “Sean O’Neill – Visions

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