Anrimeal – Could Divine

Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

In questo presente che sembra non andare da nessuna parte se non ripetersi continuamente, dobbiamo sforzarci di divinare il futuro per renderlo reale e permettergli di agire retroattivamente generando quel cambiamento di cui tanto avremmo bisogno.

La musica, come sempre, può giocare un ruolo importante. Ma l’abbondanza che negli ultimi anni ha invaso il mercato musicale (anche questo ormai in un continuo presente che ripete sé stesso) ha portato al rumore: troppe informazioni, troppi bit, anziché rendere più chiara la lettura di quello che stava accadendo, hanno confuso tutto. Anche e soprattutto i pensieri.

Guardiamo al passato con nostalgia e facciamo binge eating di qualsiasi prodotto (purtroppo anche artistico) del presente. Si è persa la magia e l’immaginazione. E servirebbe un approccio magico per divinare tutti i futuri che potrebbero non accadere.
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Jordan Rakei – Origin

Jordan Rakei

Carlotta Corsi per TRISTE©

Sono sempre stata molto affascinata dalla scienza e da tutto ciò di cui in realtà conosciamo poco: l’universo, il suo perché, le stelle e i pianeti che fanno il girotondo attorno al sole m’incantano, come una bambina che vede le luci colorate per la prima volta.

Nel tempo ho sviluppato questi interessi ed ho scoperto tutte le ramificazioni di origine antropologica e metafisica, troppo fascinose per me. Insomma, ho stretto la mano alla Hack, mentre strizzavo l’occhio a Paolo Fox.

Una congiunzione astrale, che si è verificata nell’ultimo periodo della mia vita, ha permesso, dopo tanto penare, il concatenarsi di alcuni eventi molto favorevoli e anche il ritorno del buonumore che so già esser passeggero, quindi, ho deciso di sfruttare il momento per ascoltare qualcosa in linea con questa parentesi felice e  Orgin di Jordan Rakei mi è sembrata la scelta migliore per facilitare l’attivazione della mia ghiandola pineale.

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The Comet Is Coming @Monk – Roma, 10/05/2019

Foto di Davide Tozzo

Emanuele Chiti per TRISTE©

Il pericolo hype ingiustificato per un qualunque nuovo progetto che venga da Londra e che veda tra le sue caratteristiche rimandi al jazz e al funk più o meno di “settantiana” memoria, è dietro l’angolo.

Sui The Comet Is Coming, comunque, un primo indizio a favore si intuisce appena si vede chi ha pubblicato l’ultimo disco, Trust In The Lifeforce Of the Deep Mystery: la Impulse Records, che in ambito jazz (e non solo) non ha assolutamente bisogno di ulteriori presentazioni.

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Loyle Carner – Not Waving, But Drowning

Carlotta Corsi per TRISTE©

Mi ricordo la superfice ruvida e leggera dell’acetato nelle tute che i ragazzini, di cui immancabilmente mi prendevo una cotta spaventosa, portavano alle medie: di quelli che poi, al liceo, sono decisamente i più fighi, ma che spesso e volentieri rimangono nell’angolo, a rollarsi in silenzio la canna che fumeranno di nascosto e in solitudine nel bagno.

Insomma, ho sempre avuto un debole per certe sottigliezze e il mio professore di italiano mi ha sempre messo in guardia, ripetendomi occasionalmente quanto fossi troppo “crocerossina”.

Sant’uomo. Avrei dovuto ascoltarlo davvero.

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Fergus – Purple Road

fergus

Francesco Amoroso per TRISTE©

Pur non essendo affatto religioso (anzi pur tendendo ad ignorare la religione in ogni sua forma ed espressione), saltuariamente mi capita di entrare in una chiesa (di solito per ammirarne le opere d’arte o l’architettura) e rimanere profondamente colpito dalla sua atmosfera raccolta e austera, se non addirittura mistica (ma, essendo troppo materialista, sarei in difficoltà a usare questo termine).

Capita raramente con le grandi cattedrali e con le chiese barocche che, per quanto piene di mirabili opere d’arte, ostentano di solito una certa tracotante opulenza. Più spesso si verifica con piccole cappelle di campagna o con chiese in cittadine di provincia: buie, fresche, silenziose, composte.

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