Viviamo in un mondo sempre più interconnesso. Le informazioni viaggiano rapide da un posto all’altro e le distanze “reali” sono in verità ridotte dal web. Se grazie a questo sembra più facile scoprire, per esempio, nuove band in giro per il mondo standosene seduti a casa, cosa invece più particolare è vedere che quelle righe che hai scritto sul tuo blog abbiamo avuto delle conseguenze per delle persone che vivono nel modo fisico.
E allora ecco che in per un mini tour italiano di tre date sono arrivati, dalla Svezia, i Barbarisms. Il primo live è stato a Roma, ospitato dagli amici di quella splendida rassegna che è Unplugged in Monti. Ovviamente c’eravamo anche noi.
E sì, perchè di Nicholas Faraone e dei Barbarisms vi avevamo già parlato lo scorso anno, quando scoprimmo il loro disco e fu amore a primo ascolto (per una “recensione” del disco, vi inviamo alla nostra review). Tanto amore che abbiamo “costretto” chiunque, amici e lettori, ad ascoltare il loro debut album che ci aveva così convinto (tanto da essere piazzato da me in testa alla classifica degli album 2014, e al secondo posto in quella del “londinese”). E la cosa bella è che la reazione era in tutti estremamente positiva.
Tanto positiva che gli amici di Unplugged in Monti hanno pensato giustamente di chiamarli a suonare in Italia, dove alla data romana hanno potuto aggiungerne una a Milano ed una a Padova. E realizzare così questo strano effetto causale di cui vi parlavo prima: quelle righe scritte nell’etere per parlare di una band che ti ha impressionato hanno spostato 3 persone da Stoccolma in Italia.
E vista la mia passione per questa band potete capire quanto sia difficile per me non essere entusiasta di un live che ha confermato tutta la bellezza delle canzoni del loro debut e la bravura della band.
I bellissimi testi e l’ottima voce di Nicholas, accompagnati dalla chitarra di Tom Skantze e dalla batteria di Robin Af Ekenstam hanno catturato dalle prime note di Explorer sino alla fine del live tutto il pubblico. I tre hanno spaziato tra le canzoni dell’album, aggiungendo alla scaletta anche nuovi pezzi (pronti per future release, che a sentire Nicholas non dovrebbero tardare).
E così si passa tra “hit” come Backwards Falconer #2, Easier All The Time e Macaulay Culkin On Pizza, ad altre bellissime canzoni come Gaudy Falsetto o quella che forse è la mia preferita (anche per la storia raccontata): Katherine Anne Porter.
Ma questo concerto, oltre alla ottima musica, ci ha lasciato anche molto altro: ossia conoscere tre persone splendide e simpaticissime, con cui poter discutere di letteratura, filosofia, intelligenza artificiale, scherzare sulle cazzate e bere l’ennesimo shot (grazie Emanuele eheh).
Tre persone che non vediamo l’ora di riabbracciare qua a Roma e di cui siamo ansiosi di ascoltare nuovamente la splendida musica.
Ragazzi, tornate presto. L’Italia vi aspetta a braccia aperte.
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