Peppe Trotta per TRISTE©
L’abito fa il monaco? Diciamo che sarebbe piuttosto riduttivo pensarla in tal senso, esattamente come sarebbe inappropriato pensare che il carattere e l’umore di una persona possano essere totalmente determinati dal luogo in cui vive.
Sicuramente il clima, i paesaggi e le persone che ti circondano influiscono sul tuo modo di essere, ma senza riuscire mai a condizionarti più di tanto.
Prendiamo per esempio una terra come l’Islanda, ambiente fertilissimo dal punto di vista musicale. Quel che ci si aspetterebbe è un suono vagamente malinconico, qualcosa che richiami il freddo, il senso di isolamento e la primordialità della suo paesaggio. Spesso è stato questo a giungerci da questo luogo, ma ogni regola ha le sue doverose eccezioni.
Júníus Meyvant, al secolo Unnar Gísli Sigurmundsson, è nato nelle isole Vestmann, arcipelago a sud dell’Islanda e da lui ci si aspetterebbe quindi qualcosa di decisamente onirico e malinconico. Invece le quattro tracce del suo ep seguono coordinate totalmente differenti.
È un pop brillante, venato di richiami soul. Musica che sembra essere stata scritta sotto la luce accecante di un sole caldo. Preceduto dalla pubblicazione del trascinante singolo Color Decay, questo suo lavoro breve ne conferma tutte le potenzialità, proponendo un sound irresistibile fatto di melodie che si imprimono con disarmante immediatezza, arricchite da impeccabili arrangiamenti di fiati e percussioni.
In più un brano come Gold Laces lascia trasparire la sua capacità di songwriter talentuoso, capace di utilizzare voce e chitarra con inaspettata maturità.
L’unico difetto che riesco ad individuare in questo esordio è la sua brevità, poiché lascia la voglia di ascoltare altro…ma forse il rischio sarebbe stato quello di vedere sciogliere i ghiacci dell’isola natia del suo autore.
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