Kali Uchis – Isolation

Giacomo Mazzilli per TRISTE©

Nel pieno dei miei 4 anni spesi a studiare le neuroscienze (in particolare la psicofisica della percezione visiva), ho avuto la fortuna di passare un po’ di tempo in giro per il mondo a presentare le mie ricerche.

In particolare, ricordo con piacere le due volte in cui passai del tempo in Florida, nella più importante conferenza del settore a Naples (VSS), dove non esistono pizzerie decenti e tutto è progettato per permettere alla gente di utilizzare il servizio “Drive”: la farmacia drive, Wendy’s drive, bancomat (ATM) drive, Walmart drive.

Cercherò i servizi igienici drive la prossima volta.  Continua a leggere

Junius Meyvant – Floating Harmonies

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Peppe Trotta per TRISTE©

Ogni piccolo successo rappresenta una piacevole conquista e spesso serve da punto di partenza verso una nuova tappa da raggiungere, proiettati su un nuovo obbiettivo da centrare.

Quello di migliorarsi costantemente è un anelito che investe tanti e che a volte travolge  quando non si riesce a procedere con la giusta calma, mantenendo sotto controllo l’euforia. Non dimostra di avere particolare fretta Júníus Meyvant, del cui primo EP vi avevamo parlato un po’ di tempo fa.

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Mason Blake – Sweethearts

MasonBlake_SweetheartsQui su TRISTE© la cosa che facciamo con più costanza (oltre che lamentarci. No aspetta, questo vale solo per me) è cercare continuamente nuove band da proporvi.

Bandcamp è un po’ il nostro sito preferito, e spesso ci appassioniamo di band e artisti sconosciuti che speriamo possano emozionare anche voi.

E una cosa ancora più bella è quando dopo tempo ritroviamo qualcuna delle nostre vecchie scoperte e ci accorgiamo che sono ancora in grado di convincerci.

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James Blake – The Colour In Anything

Ogni volta che penso a James Blake ho in mente un colore rosso arancione, con sfumature viola. È il colore del cielo sopra allo stage The Park di Glastonbury 2014.

Quello della volta in cui il sole tramontava fra le note di Retrograde, Overgrown e The Wilhelm Scream. La mia ragazza mi aveva lasciato solo per ascoltare Ellie Goulding. Io a correre fra lui e i Disclosure per non perdere i London Grammar e partire poi direttamente verso Londra. Evitare gli ingorghi e tornare a casa.

Ho pensato spesso a quella strada che guidava verso il futuro, alle due del mattino.

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Júníus Meyvant

Peppe Trotta per TRISTE©

L’abito fa il monaco? Diciamo che sarebbe piuttosto riduttivo pensarla in tal senso, esattamente come sarebbe inappropriato pensare che il carattere e l’umore di una persona possano essere totalmente determinati dal luogo in cui vive.

Sicuramente il clima, i paesaggi e le persone che ti circondano influiscono sul tuo modo di essere, ma senza riuscire mai a condizionarti più di tanto.

Prendiamo per esempio una terra come l’Islanda, ambiente fertilissimo dal punto di vista musicale. Quel che ci si aspetterebbe è un suono vagamente malinconico, qualcosa che richiami il freddo, il senso di isolamento e la primordialità della suo paesaggio. Spesso è stato questo a giungerci da questo luogo, ma ogni regola ha le sue doverose eccezioni.

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