Ieri: la prima parte della giornata è trascorsa con una calma veloce e il cielo sembrava essere come sospeso nel mondo, come un corda vecchissima poco rassicurante e poco incoraggiante a fare da ponte tra due punti molto distanti tra loro. Verso sera ho ascoltato la confessione di un assassino che mi è sembrata essere innocente e semplice.
Alla domanda cosa hai capito della vita qui dentro, ha risposto che la vita la fuori è fatta di piccole cose come sedersi su una panchina, guardare la gente nel parco, vedere i ragazzi al primo amore/delusione e vedere ogni giorno finire nel tramonto. E nel tramonto trovare tutta la pace e la sicurezza che serve affinché le cose vadano avanti.
Oggi: più movimentato di ieri ma con un orecchio sempre teso ai racconti passati. Il cielo di metà mattinata rivela un’instabilità non solo metereologica ma anche interiore. Sarebbe bello poter imparare un linguaggio che descriva con attinenza e verità i fatti che avvengono in gran segreto dentro di noi.
Domani: non vedo molte differenze rispetto a ieri e a oggi. La mia agenda è già stata scritta e ripete ogni giorno le stesse cose, ma va bene così perché non sopporterei cambi di programma improvvisi. Forse solo un po’ di luce nel cielo che resta sempre in sospeso.
Il comune denominatore tra questi tre tempi “quotidiani” e “verbali” è l’abitudine mattiniera. La mia mattina è così: sveglia, caffè, giornale online, musica (o meglio Bandcamp). E in un giorno di fine settembre (30/09/2016) Bandcamp mi ha regalato un risveglio tra il dolce e l’amaro. Mi ha dato Kayla Cohen, meglio nota come Itasca.
Open to Chance (terzo lavoro di Itasca) si spiega con chiarezza nell’immagine della copertina: un classico ippodromo americano pronto per metter in scena la corsa di cavalli sui quali uomini hanno scommesso e visto possibilità di vittoria.
Io tra gli spalti di un ippodromo ci vedo sempre un uomo che ha voglia di riscatto ma che non riesce a non puntare quei pochi dollari su qualcosa che possa aprirgli pochissime chance e molte più delusioni, e che butta lattine accartocciate di birra nella sua sporca berlina.
Itasca (che è anche il nome di città geograficamente localizzata in Illinois) ha una voce tenebrosa, profonda, vibrante che la trasforma in un cantastorie moderno in grado di illuminare e oscurare il tempo creato negli 11 brani. La nota della chitarra sembra arrivare da lontano e dà un significato verbale che manca esplicitamente nei testi e arricchisce l’armonia tra gli strumenti.
Kayla declina il suo essere e trova il modo migliore di esprimersi nella musica e Open to Chance può essere letto (e ascoltato) in tanti modi: come piccole confessioni e come inviti.
Io semplicemente approfitto del suo canto per invocare e subito penso che il cielo di ieri, di oggi e di domani guarda il mondo con rassegnazione.
Una bella recensione: Ho apprezzato il tuo condividere l’incontro di queste note con le tue impressioni, lungo il filo del tempo.
Grazie 🙂
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