Flyying Colours @Arci Ohibò – Milano, 19/10/2016

flyyingcoloursSara Timpanaro per TRISTE©

Le tecniche meditative hanno sollecitato in me lo stesso scarso interesse delle rubriche calcistiche domenicali. Eppure qualcosa è cambiato.

Ho cominciato a dare importanza ai segnali che il mio corpo produceva sia in situazioni piacevoli che poco piacevoli. Questo ha aperto una serie di domande, le cui risposte sono venute a galla con semplicità. La semplicità è tra quelle parole che difficilmente sento cucite addosso, in un mondo che guarda e valuta la persona in termini di efficacia o efficienza (parole che scivolano nel niente).

E poche volte ci soffermiamo sulla semplicità di un momento, di un paesaggio, di uno stato emotivo, perché i nostri pensieri sono rivolti al domani e poco al qui ed ora.


Ho molto apprezzato Mindfulness, il terzo album (uscito il 23 settembre) dei ragazzi di Melbourne (Australia) conosciuti come Flyying Colours, perché questa parola, che da qualche anno sta sulla bocca di molti, ha un significato veramente semplice: consapevolezza.

Essere consapevoli di sé e di ciò che accade, nel qui ed ora appunto, è davvero difficile per persone come me, per esempio, che vivono per la maggior parte del tempo nell’ansia.

It’s Tomorrow Now, brano di debutto dell’album, invita al bisogno di ricominciare volgendo lo sguardo al domani intriso di speranza, è stato anche il brano di apertura del live di ieri sera presso l’Arci Ohibò di Milano.

La band è attiva dal 2011, e ha già pubblicato due EP tra il 2014-2015 che sono stati acclamati dalla critica. Le sonorità che i Flyying Colours hanno regalato al pubblico dell’Ohibò sono state molto accattivanti, grazie anche al contrasto creato dalle delicate melodie vocali di Brodie J. Brümmer e Gemma O’Connor (due voci che si sovrappongono creando un equilibrio micidiale) con le abrasività di suoni che tendono al psichedelico (con richiami grunge e wave) e sopratutto a quello shoegaze molto anni ’90 che questi ragazzi sembrano conoscere benissimo.

Mindfulness è un lavoro che, soprattutto se ascoltato dal vivo, ti permette di restare nel presente e ti lascia ammaliare dagli arrangiamenti, mai uguale a sé stesso e consapevole di ogni sfumatura.

Il mio interesse per le rubriche calcistiche è invariato, ma l’importanza di sentire le mie emozioni, belle o brutte che siano in quel dato momento, comincia a diventare indispensabile.

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