Ned Roberts – Outside My Mind

Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

Sono passati 4 anni e mezzo da quando con Giacomo abbiamo dato vita a questo blog/passatempo/divertimento/impegno/stress (a seconda dei momenti).

Oltre alle molte persone che ci seguono e che, a loro volta, sono diventate compagne di viaggio in questa esperienza, l’altra grande soddisfazione che abbiamo avuto in questi anni è stata quella di scovare interessanti artisti per poterveli raccontare.

E ancora maggiore è la gioia quando, a distanza di anni, quegli artisti confermano le nostre prime impressioni.

Di Ned Roberts vi avevamo parlato per la prima volta quattro anni fa, quando uscì col suo bellissimo mini-EP Red Sun. Fu davvero amore al primo ascolto per questo giovane cantautore londinese che tanto guarda (musicalmente) agli stati uniti e al folk più “classico”.

Da quel momento ci sono stati altri interessanti singoli e, a fine 2014, il self-titled debut in cui tutte le ottime premesse furono perfettamente confermate. Un disco che a giugno del 2015 portò proprio a Roma, in apertura di Micah P. Hinson per una delle nostre #churchsessions in collaborazione con Unplugged in Monti. E ora dopo 3 anni dal primo album arriva l’atteso seguito, Outside My Mind.

A volte l’espressione “fuori dal tempo” è abusata, ma con Ned Roberts davvero non si sbaglia. Non solo perchè il suo pulitissimo folk vive di una freschezza sempre-verde, ma anche perchè le delicate ballads di Ned sono davvero capaci di allontare l’ascoltatore dalla frenesia quotidiana e cullarlo sulle loro note.

Prodotto dallo statunitense Luther Russell, Outside My Mind è un disco davvero maturo che, forse più del precedente, mette in mostra tutte le potenzialità di questo artista: se il songwriting è il punto di partenza della sua composizione, Ned Roberts riesce ad arrivare sempre anche al primo ascolto grazie alla bellezza delle sue melodie.

Drifting Down, che apre il disco, mette già in chiaro le cose: una serena malinconia pervasa di luminosità accompagna ogni pezzo, riscaldando e confortando. Hazy Days si fa strada quasi in punta di piedi con il suo bellissimo accompagnamento di piano, mentre nella splendida Lights on the River si sente tutto l’influsso “a stelle e strisce” di cui la musica di Ned sempre risente (e in questo disco con ancora maggiore evidenza).

Non mancano momenti più “intimisti” (per quanto tutto il disco sia molto personale) come Letter Home o For Moira, mentre la chiusura è affidata ad una title-track che, appoggiandosi sul piano e sulla voce di Ned, costituisce una perfetta chiusura per questo disco che sicuramente ci accompagnerà per tutto il 2017 (e non solo).

Gli anni passano, e noi continuiamo a divertirci raccontandovi la nostra passione per la musica. Con la soddisfazione di riuscire (almeno ogni tanto…) a vederci lungo.

2 pensieri su “Ned Roberts – Outside My Mind

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