Peppe Trotta per TRISTE©

A volte le parole non vengono, non perché uno non riesca a trovarle ma semplicemente perché non ha voglia di cercarle.

La cosa più saggia in questi casi è arrendersi al proprio silenzio e rimanere in muto ascolto di ciò che accade intorno. Almeno fino quando qualcosa o qualcuno non riuscirà a forzare questo momento di afasia.

Non ho avuto molta voglia di raccontare canzoni in quest’ultimo periodo, ma incrociando The Horizon Just Laughed, nuovo lavoro di Damien Jurado, rimanere afoni diventa difficile.

Questo perché dopo aver provato a percorrere strade ibridate da sonorità più sostenute e accattivanti il musicista statunitense torna alla dimensione di puro ed elegante cantautorato che aveva caratterizzato la prima parte della sua ormai lunga carriera. Un disco profondamente ispirato, raccolta di raffinati racconti che hanno nella morbida vocalità di Jurado il loro cardine e che lasciano ampiamente risaltare un’innata capacità interpretativa incline ad un nostalgico intimismo.

Melodie cesellate con cura per divenire vivide istantanee folk rifinite da misurati arrangiamenti (Dear Thomas Wolfe, The Last Great Washington State), da partiture corali più accese (Percy Faith, Florence-Jean, Random Fearless) oppure formalizzate in essenziali flussi cullanti colmi di profondo lirismo (Over Rainbows and Rainier, Lou-Jean).

Quale che sia la veste scelta ciò che si irradia costante dai brani è un senso di compiutezza che definitivamente sancisce il raggiungimento di una piena maturità stilistica da parte di un autore dal talento cristallino.

Impossibile continuare a tacere.