Francesco Amoroso per TRISTE©
Qualche giorno addietro mi è capitato di leggere che la critica musicale sarebbe, secondo alcuni, ormai arrivata al capolinea.
Si diceva che non si
E’ un’affermazione che mi sento almeno parzialmente di condividere: i tempi sono cambiati, lo streaming ha “democratizzato” l’ascolto musicale e la possibilità di ascoltare qualsiasi cosa (quasi…) in tempo reale e senza dover sborsare praticamente un euro, permette a chiunque di farsi un’idea senza dover ricorrere al filtro di un (presunto) esperto o ai suggerimenti di una rivista specializzata, visto che basta affidarsi agli algoritmi dei servizi di streaming. Chiunque può dire la propria e spesso lo fa dopo un solo ascolto (a volte anche senza un ascolto completo). Una specie di critica musicale che verrebbe dal basso, esautorando, come accade in ogni campo, i “professoroni” e negando loro ogni ruolo.




