Wet Leg – Wet Leg

Francesco Amoroso per TRISTE©

Qualche giorno addietro mi è capitato di leggere che la critica musicale sarebbe, secondo alcuni, ormai arrivata al capolinea.
Si diceva che non si
E’ un’affermazione che mi sento almeno parzialmente di condividere: i tempi sono cambiati, lo streaming ha “democratizzato” l’ascolto musicale e la possibilità di ascoltare qualsiasi cosa (quasi…) in tempo reale e senza dover sborsare praticamente un euro, permette a chiunque di farsi un’idea senza dover ricorrere al filtro di un (presunto) esperto o ai suggerimenti di una rivista specializzata, visto che basta affidarsi agli algoritmi dei servizi di streaming. Chiunque può dire la propria e spesso lo fa dopo un solo ascolto (a volte anche senza un ascolto completo). Una specie di critica musicale che verrebbe dal basso, esautorando, come accade in ogni campo, i “professoroni” e negando loro ogni ruolo.

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Kee Avil – Crease

Peppe Trotta per TRISTE©

Spigoloso, sfaccettato, straniante. È un songwriting sopra le righe e difficilmente catalogabile quello proposto da Vicky Mettler – chitarrista del progetto Land  Of Kush guidato da Sam Shalabi e produttrice del Concrete Sound Studio – nella sua prima prova sulla lunga distanza firmata Kee Avil. 
Le tre tracce dell’ep omonimo risalente al 2018 anticipavano solo parzialmente gli ingredienti alla base di Crease rivelando in nuce caratteristiche ed affinità adesso pienamente palesate. PJ Harvey, Scott Walker, Grouper sono solo alcuni dei nomi accostati alla musicista canadese,  ma in realtà i riferimenti rintracciabili nel suo ansiogeno universo sonoro potrebbero essere molto più numerosi e comunque sempre parziali e fuorvianti.

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Johnny Hunter – Endless Days

Francesco Giordani per TRISTE©

Viviamo strani giorni, come cantava Battiato.
E strane cose, in questi strani giorni, accadono anche a me, fatte le dovute proporzioni. Tipo che il nuovo album dei White Lies, consueto roboante melodrammone cotto in un brodo di titanismo emo-pop-wave (appeso su baratri Muse) mi ispiri, almeno per buona metà della sua durata, più dei nuovi, pur più che decorosi, lavori di Metronomy, (British) Sea Power, Spoon o Shout Out Louds.

O che vada al cinema per svagarmi con un assai promettente Batman di ultima generazione e mi ritrovi invece ad ingaggiare una lotta furibonda contro palpebre che inesorabilmente capitolano alla manovra a tenaglia del Sonno più traditore – per fortuna a stretto giro un Licorice Pizza ha rimesso le cose a posto ma questa, come si suol dire, è un’altra storia, su cui tornerò volentieri.

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Ibisco – Nowhere Emilia

Francesco Giordani per TRISTE©

Viviamo di notte nell’ora più buia
Guardando le case di chi non lavora
E c’è una regione che ti assomiglia
E tutta la tua religione è finta
Qua dormire soli è comunque vita che passa via

Mi rendo perfettamente conto che la situazione internazionale è a tal punto cupa da non permettere di ascoltar la musica prediletta a cuore troppo leggero, soprattutto in questi ultimi infiammatissimi giorni, sempre sfiorati dal terrore di un baratro irreversibile.

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Los Bitchos – Let The Festivities Begin!

Francesco Giordani per TRISTE©

È notizia di pochissimi giorni fa l’improvvisa defezione del cantane e chitarrista Isaac Woods dalla band Black Country, New Road, a nuovo album praticamente appena uscito. La cosa dispiace doppiamente visto che Ants From Up There è un lavoro a tratti strabiliante, di quelli che ci accompagneranno per tutto l’anno e forse anche oltre.

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