Jordan Rakei – Origin

Jordan Rakei

Carlotta Corsi per TRISTE©

Sono sempre stata molto affascinata dalla scienza e da tutto ciò di cui in realtà conosciamo poco: l’universo, il suo perché, le stelle e i pianeti che fanno il girotondo attorno al sole m’incantano, come una bambina che vede le luci colorate per la prima volta.

Nel tempo ho sviluppato questi interessi ed ho scoperto tutte le ramificazioni di origine antropologica e metafisica, troppo fascinose per me. Insomma, ho stretto la mano alla Hack, mentre strizzavo l’occhio a Paolo Fox.

Una congiunzione astrale, che si è verificata nell’ultimo periodo della mia vita, ha permesso, dopo tanto penare, il concatenarsi di alcuni eventi molto favorevoli e anche il ritorno del buonumore che so già esser passeggero, quindi, ho deciso di sfruttare il momento per ascoltare qualcosa in linea con questa parentesi felice e  Orgin di Jordan Rakei mi è sembrata la scelta migliore per facilitare l’attivazione della mia ghiandola pineale.

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Alfa Mist – Structuralism

Alfa Mist

Carlotta Corsi per TRISTE©

Vivere in una città come Milano, ti porta inevitabilmente a pensare al dualismo e agli ossimori.

Milano è una città che, diversamente da quanto si crede, ha un passato davvero importante: la convivenza tra “vecchio” e “nuovo” (e non solo quelle tra i fuori sede, quindi) caratterizza la cultura della città e ne è, oltre che un tratto distintivo, un motivo di vanto.

Una delle cose più fascinose è che ogni quartiere mantiene sempre, con gran gelosia, un pezzo della Milano più “provinciale” e questi contrasti diventano subito poesia. Insomma, pensare di vivere in pianta stabile in un posto così inclusivo alla lunga può diventare imperativo.

Il progresso è visibile, non solo nei “giganti” in zona Garibaldi, ma nelle idee delle persone, che mantengono un rapporto a doppio senso con il territorio, diventando, sempre di più, l’attributo principale di questa città.
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Loyle Carner – Not Waving, But Drowning

Carlotta Corsi per TRISTE©

Mi ricordo la superfice ruvida e leggera dell’acetato nelle tute che i ragazzini, di cui immancabilmente mi prendevo una cotta spaventosa, portavano alle medie: di quelli che poi, al liceo, sono decisamente i più fighi, ma che spesso e volentieri rimangono nell’angolo, a rollarsi in silenzio la canna che fumeranno di nascosto e in solitudine nel bagno.

Insomma, ho sempre avuto un debole per certe sottigliezze e il mio professore di italiano mi ha sempre messo in guardia, ripetendomi occasionalmente quanto fossi troppo “crocerossina”.

Sant’uomo. Avrei dovuto ascoltarlo davvero.

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