Ricordo che da bambina, quando giocavo da sola, a volte mi ritrovavo a rincorrere la mia ombra. Mi divertivo un casino a girare come una trottola sotto il sole caldo della mia isola, credevo fosse magico vedere quella parte di me che non avrei preso mai e che paradossalmente ero io stessa a proiettare.
Si, ho iniziato presto a farmi le pippe mentali: questo ricordo mi ha aiutata a ricostruire la faccenda. Ed era inevitabile per me riportarlo alla memoria
non appena ho letto il titolo del secondo album dei Twin River: Passing Shade.