TRISTE #Marsiglia/Londra – Top 10 2015

Caro amico ti scrivo, è probabilmente la più banale delle maniere di iniziare una classifica di fine anno, ma mi vien naturale pensarlo mentre ascolto il grande Lucio Dalla che mi narra di quanto é profondo il mare. Profondo come il talento smisurato che Sufjan Stevens dispensa al mondo con il suo Carrie & Lowell, il disco che quest’anno si prende il (clicca per lo spolier) posto nella mia lista personale dei migliori dischi del 2015.

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10 Girlpool: Before the World Was Big. You are a city bus driving on the wrong side of the road, where do you go? Una frase che rappresenta le girlpool: melodie sporche e sghembe e controcorrente a ricordarci gli attimi migliori dei Modest Mouse e l’ineluttabile importanza della sincerità.

9 Kurt Vile: b’lieve i’m going down… se bastasse una sola canzone a farci mettere nella propria top 10 dell’anno un disco intero, e farci rendere conto di cosa vuol dire aver avuto una sorella maggiore che amava Eros Ramazzotti. Wild Imagination.

8 Grimes: Art Angels L’opera più hipstericamente controversa di Grimes, e di conseguenza la più pop (o commerciale come direbbe chi é uscito vivo dagli anni 90), é piena di canzoni meravigliose che risplendono anche se snaturate e reinterpretate da altri (REALiTi di Natalie Prass)

7 Natalie Prass: Natalie Prass per me é stata la sorpresa dell’anno. La mia ragazza ancora adesso a distanza di mesi e centinaia di km macinati in macchina mi dice ogni volta: ma questa musica non é il tuo genere! My Baby Don’t Understand Me (giuro che mi è venuta a caso)

6 Leon Bridges: Coming Home Io amo Sam Cooke e amo tutta la motown. Ho paura che un giorno si possa rivelare un flop, ma nel frattempo mi godo il capolavoro di questo ragazzo texano.

5 Father John Misty: I Love You, Honeybear Uno dei dischi più chiaccherati dell’anno. Un’artista complesso che ti fa cercare informazioni su wikipedia e google per capire veramente cosa intenda nelle sue canzoni. Cibo per il cervello, musica che va dritta al cuore.

4 Jamie XX: In Colours Scuro, intimista, minimal e underground ma al tempo stesso trendy, contemporaneo e avanguardistico. Jamie XX é un punto di riferimento per tutti ed il suo In Colours é imprescindibile in questo 2015.

3 D’Angelo: Black Messiah un disco talmente bello che pur essendo del 2014 doveva trovare spazio nella classifica di quest’anno e non nego possa trovarla in quella dell’anno prossimo. L’eccellenza al servizio dell’anima.

2 Ghostpoet: Shedding Skin ci sono dischi che adori e non sai spiegarti il perché, mi capitava a 11 anni con gli 883 e a 13 coi Queen. Poi per fortuna si cresce e si evolve al punto da capire l’importanza delle parole lo stile e la classe di Ghostpoet.

1 Sufjan Stevens: Carrie and Lowell Nietzsche diceva che per il solitario, l’amico é quello che permette al discorso dei due di non affossarsi. Credo che in questo caso, l’amico sia stato per Sufjan il suo pubblico, al quale si appiglia per rivelare la propria instabile greve e delicatissima visione del mondo in un’opera che va oltre il tempo e tocca universi esistenziali non facilmente accessibili.

You should know better now.

TRISTE© Marseille

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