Martin Courtney – Many Moons

La Luna, lentamente ma in modo costante, si sta allontanando dalla Terra. Non vi allarmate: allo stato attuale delle cose, si tratta di quasi 4 cm l’anno. Non pochissimi, ma non abbastanza da far sì che nei prossimi anni succeda qualcosa di catastrofico.

Certo, prima o poi, il nostro pianeta perderà il suo unico satellite, ma probabilmente prima avrà già perso molto altro. Martin Courtney invece si stacca solo per un attimo dai suoi Real Estate, ed esce con Many Moons, il suo primo disco solista.

MCIV_12inch_jacket_newTextI Real Estate sono abituati ai progetti “satellite”: Alex Bleeker, il bassista della band, ha già fatto uscire più di un disco con i Freaks, mentre più famosa è l’avventura di Matt Mondanile a nome Ducktails.

E’ arrivato ora anche il turno di Martin Courtney che in Many Moons ci consegna dieci pezzi di delicattisimo folk/pop dal basso profilo ma dalla sottile raffinatezza.

Dieci piccole gemme che accompagnano perfettamente le nostre giornate, senza alcuna invadenza, con leggeri arpeggi di chitarra ed ottime melodie. Un disco che, come suggerito dalla copertina, sembra perfetto per accompagnarci in una scampagnata sotto il sole primaverile. Purtroppo ormai è autunno inoltrato, ma non ci faremo certo fermare dal clima per apprezzare questo disco.

Se Vestiges, singolo dell’album, è forse il pezzo che al primo ascolto rimane più impresso (e che forse più degli altri è vicino alle sonorità Real Estate), davvero si dovrebbe elencare l’intera track list per segnalare i brani degni di nota presenti in questo album.

Northern Highway è un bel pezzo ritmato che trova ottimo compimento nel suo finale col piano, Asleep è una dolcissima ballad di psych/folk dalle forti venature pop, mentre Little Blue è il pezzo che più esprime la solarità di questo disco, nonostante il titolo (o forse proprio per l’effetto di contrapposizione).

“Nothing can reach me”, canta Martin in Little Blue: forse è quello che sta cantando la Luna mentre si allontana, piano piano, dalla Terra. Ma è anche l’espressione del relax che un disco come Many Moons riescie ad inforndere, con semplicità ed estrema eleganza.

Per ora il nostro satellite è ancora lì a guardarci ogni sera. Nell’attesa del distacco, accompagnamoci in questa lunga passeggiata con il debut di Martin Courtney.

 

Un pensiero su “Martin Courtney – Many Moons

  1. Pingback: Ducktails + Os Mutantes @Monk Club – Roma, 4/12/2015 | Indie Sunset in Rome

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