Peppe Trotta per TRISTE©
È stata una settimana veramente vuota, piatta come il tracciato di un cuore che ha smesso di battere. Al di fuori della noiosa routine non è accaduto nulla degno di nota.
Succede e ti senti come se avessi sprecato un piccolo lasso del tuo limitato tempo. Un’unica eccezione al mood imperante: Singing Saw di Kevin Morby.
Il giovanissimo musicista texano, noto per essere stato il bassista dei Woods nonché il frontman dei The Babies, giunge al suo terzo capitolo in versione solitaria. Lo fa confezionando un lavoro affascinante e convincente, che strizza l’occhio alla musica del passato, ai grandi cantautori americani dei ’60 e ’70, primo tra tutti quel Dylan che spesso torna alla mente ascoltando il cantato lievemente nasale e confidenziale di Morby.
Sono canzoni immediate, dalla struttura semplice, che si snodano sulle trame della chitarra acustica e del piano, declinate secondo coordinate di polveroso folk vecchia maniera (Cut Me Down, Water), ma che sanno trovare valide alternative nella costruzione di ritmi sostenuti e incalzanti (I Have Been To The Mountain) o in atmosfere di chiassoso pop (Dorothy).
La voce è sempre misurata, divenendo a tratti poco più di un enfatico recitato, sobrio e distaccato (Drunk And On A Star, Ferris Wheel). Malgrado il tono diventi a volte più incline a toni ossessivi (Singing Saw) o di malinconica essenzialità (Destroyer) il disco è tutt’altro che oscuro e crepuscolare, denotando al contrario un dominante senso di leggerezza e consapevolezza raro da trovare in un artista di neanche trent’anni.
Attendiamo fiduciosi che cominci una nuova settimana all’insegna di nuova linfa vitale.
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