Mitski – Puberty 2

mitski_puberty2Se c’è una cosa che amo tantissimo (senza essere una cosa particolarmente originale) è viaggiare. In verità non è il viaggiare in sè che amo, ma il vedere posti che ancora non conosco. Un po’ a prescindere.

Questa passione fa sì che, anche quando capito in luoghi non particolarmente splendidi, io rimanga sempre soddisfatto anche dal solo fatto di aver visto qualcosa di nuovo.

Un po’ come quando ho visitato Charleroi. Anzi, ve la consiglio. Però dovete davvero avere la mia stessa forte passione…

Chi ha viaggiato davvero tanto sin da piccola è Mitski Miyawaki, nata in Giappone e transitata da vari paesi con la sua famiglia (Congo, Turchia, Malesia e Cina, tra gli altri) prima di trasferirsi negli States.

Nel 2012 ha fatto uscire il suo primo album, Lush, per poi pubblicarne altri due negli anni successivi. Dopo una pausa nel 2015, la prolifica artista è tornata con Puberty 2, per sottolineare ancora una volta la propria bravura.

Se le 11 tracce del disco spaziano tra varie influenze, quello che sempre rimane centrale è la bellissima voce di Mitski, capace di essere delicata (A Burning Hill), graffiante (My Body’s Made Of Crushed Little Stars), malinconica (Once More to See You) e qualsiasi altra cosa vi piacerebbe che fosse.

Puberty 2 è il tentativo della giovane cantautrice di scoprire cosa sia la felicità. L’album si apre proprio con Happy (“Happy came to visit me, he brough cookies on the way”) ma, tirando le somme alla fine del disco, non sembra che Mitski sia riuscita a trovare una risposta definitiva.

Ma come per tante altre domande, spesso non è tanto la risposta finale quello che conta, ma la “lotta” fatta per cercala. E se questa frase può inserirsi direttamente nella top 10 delle cose più banali scritte sulle pagine di TRISTE©, banale non è il risultato, in musica, che possiamo ascoltare in Puberty 2.

Molti sono i pezzi che spiccano in questo disco: l’iniziale Happy dal sapore retrò, la bellissima My Body’s Made Of Crushed Little Stars con la sua rabbia e la sua grinta (ascoltatela!), la conclusiva A Burning Hill con il suo folk agrodolce.

Ma due sono i pezzi che maggiormente rimangono impressi. Il primo è Fireworks, che oltre ad essere una bellissima canzone ha un testo particolarmente ispirato e malinconico (cosa che qui su TRISTE©, in genere, è un grosso punto a favore). “One morning this sadness will fossilize/ And I will forget how to cry/ I’ll keep going to work and you won’t see a change/ Save perhaps a slight gray in my eye”, per sfociare poi nello struggente ritornello “And then one warm summer night/ I’ll hear fireworks outside/ And I’ll listen to the memories as the cry, cry, cry”.

L’altra canzone è invece il primo singolo estratto da questo disco. Your Best American Girl è un inno ad un amore impossibile (e al sentirsi fuori luogo), sussurrato e gridato al tempo stesso dalla bellissima voce di Mitski. Un pezzo che racchiude in sè, come in un piccolo sunto, tutte le “anime” di questo disco davvero ispirato.

Noi continueremo a cercare e a viaggiare. Nuova musica e nuovi luoghi. E ne saremo sempre felici: sia quando ascolteremo album bellissimi come Puberty 2, sia quando finiremo a Charleroi.