Giacomo Mazzilli di, da, per, a TRISTE©
I’m a mess. Al punto che questo 2016 mi ha completamente mandato fuori fase. La maggior parte delle persone lo definirebbe: un anno in cui ha avuto poco tempo. In realtà credo sia stato un anno in cui ho completamente mandato in caos le mie priorità, per delle giuste cause, poi mi sono ritrovato a dover resettare il tutto per ritrovarmi qui.
Una manciata di dischi a definire questo mess, in cui appariranno dischi per i quali “non ho avuto il tempo” di scrivere un recensione.
La cosa più difficile è quando ti accorgi che anche dopo il reset alcune cose restano lì, le cose per cui vale la pena fare sacrifici. Non sono cambiate tanto nei miei ultimi dieci anni, adesso ne sono solo sicuro.
10 – Money – Suicide Songs : “I know some of us need to turn the light into dark”, come dice Jamie nella canzone che dà il titolo all’album, ma è passando attraverso il buio dei nostri pensieri che a volte si trova la luce, I’ll Be The Night.
9 – Paquet Courts – Human Performance : Una delle certezze della vita: il sarcasmo, l’approccio sghembo, l’onestà e la voglia di non prendersi sul serio dei Parquet Courts. It was going to happen.
8 – Ann Meredith – Varmints : Un disco che mi ha sorpreso tantissimo. Un’esplosione di dettagli che riempie cuore anima e cervello. Un lavoro profondo che tende agli angoli remoti della nostra percezione.
7 – Shura – Nothing’s Real : Si, ecco il disco che non ho avuto il tempo di recensire. Lo dico con le parole di Borges: “Accettiamo facilmente la realtà, forse perchè intuiamo che niente è reale”. Già, Nothing is Real.
6 – Mitski – Puberty 2 : L’ispirazione nasce spesso dalla meditazione, dalla concentrazione e dalla riflessione. A volte dal caos, ed esce vera, graffiante, imponente e controversa: Don’t wait for me, I can’t come. You’re the one, You’re all I ever wanted, I think I’ll regret this.
5 – James Blake – The colours in Anyhting : Music can be everything. Quella di James Blake è una musica senza tempo e contemporanea, esplora le ragioni della sua solitudine e ne esce sempre con un significato diverso. Ci sono vette altissime, qui.
4 – Keaton Henson – Kindly Now: Keaton Henson è un maestro della fragilità. Sempre in bilico, sempre sospeso fra i timori e le paure del confronto col mondo. Una musica che nasce dalla sofferenza e che parla all’eterno.
3 – Angel Olsen – My Woman : Angel rivela la parte più graffiante della sua anima. Un album pieno di cambi di scenario e di intensità. Alza il volume in questo disco che si distacca dal precendente, essendo meno intimo e profondo. Ma il talento straripa anche in questo disco: You’ll Never Be Mine e Woman su tutte e le altre quasi allo stesso livello.
2 – Mutual Benefit – Skip a Sinking Stones : Jordan Lee riesce sempre a scaldarmi il cuore. Winding road and setting suns / Takes us back from where we’ve come /And I don’t want to see this love become a memory / Broken wings won’t get me far / Just the backseat of this car / And as our distance grows apart / I hope you wait for me. Questa è per te.
1 – Bon Iver : 22, A Milion : Quando nessuno ti riconosce più, probabilmente è perchè sei diventato te stesso. 29#Strafford APTS canzone dell’anno.
It might be over soon.