Nei primi week end di quest’estate, per sfuggire per qualche momento all’afa cittadina, ho cominciato a esplorare i dintorni di Roma e ho scoperto luoghi tranquilli e idilliaci, situati nei pressi di alcuni placidi laghi vulcanici situati a nord della Capitale.
Non ho mai capito perché ai laghi venga, nella vulgata comune, sempre attribuita una certa tristezza, una mestizia che li renderebbe adatti solo a vacanze dimesse e parsimoniose, quasi fossero una versione cheap del mare.
Trovo, invece, che il lago abbia una propria poesia, una dignità dovuta magari anche a quest’aura più rilassata, più provinciale che spesso, ne convengo, porta con sé.
E’ stata, in ogni caso, solo una coincidenza che, a far da colonna sonora alle mie gite fuoriporta, ci fosse anche l’album d’esordio di una band newyorkese chiamata… Lake Ruth. Non affannatevi a cercare su Google Earth dove si trovi questo lago Ruth, ve lo dico io: è in California e, a giudicare dalle immagini, deve essere davvero un bel posto.
Tuttavia Hewson Chen e Matt Schulz dei The New Line e la cantante Allison Brice degli The Eighteenth Day Of May hanno tratto la loro ispirazione da atmosfere e luoghi decisamente diversi: gli anni ’60 del pop francese, un tocco dei settanta berlinesi, senza dimenticare il passato pop barocco (quello sì di provenienza anche californiana) e, soprattutto, i pilastri del pop psichedelico degli ultimi venti anni: Stereolab e Broadcast.
Il trio ripropone in maniera ammirevole, nel suo album d’esordio Actual Entity, il suono tanto caro a quelle band con un drumming selvaggio, i synth vintage, e la voce sognante e distante della Brice.
The Only One Who Knows è vivacissima, con un groviglio di chitarre jangly provenienti direttamente dai sixties, One Night As I Lay On My Bed è, invece, un brano folk, intriso di dolcezza e cantato superbamente, Helium semplicemente una canzone dei Broadcast (lungi da me pensare anche lontanamente che possa essere una critica).
Considerando anche il perfetto gioiellino retro pop Through The Lychgates, non incluso nell’album (ma reperibile in free download in rete), mi sento di affermare che, con un pizzico di personalità in più, i Lake Ruth potrebbero scrivere, alla prossima occasione, un capolavoro psych pop.
Godetevi le vostre vacanze, dunque, evitando il mare, con le sue spiagge affollate, i suoi bagnati rumorosi e sciatti e le “hit” estive sparate a tutto volume dagli altoparlanti, e optando, magari, per la poetica bellezza e l’aria rarefatta di un lago, con, negli auricolari (sono ammesse anche le “cuffione” stile rapper), le melodie affascinanti e sottilmente retrò dei Lake Ruth.
Pingback: Kadhja Bonet – The Visitor | Indie Sunset in Rome
Beautiful, for those who miss Broadcast…!
Pingback: Lake Ruth – Birds Of America | Indie Sunset in Rome